IL MONTE DEGLI INGANNI
IL MONTE DEGLI INGANNI
Come nascondere chi è scappato con i soldi di MPS e ripartire coi bond subordinati
Una delle varie cose che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche è tenuta a non rivelare all’opinione pubblica, anzi possibilmente neppure a se stessa, è che la lista dei non performing loans di MPS, quella datata 30 settembre 2017 e che doveva restare segreta (ma solo per finta), non è la lista delle sofferenze che hanno fatto saltare MPS qualche anno fa. E’ la lista delle sofferenze che la faranno saltare di nuovo, se non lo si previene.
I crediti che hanno messo a terra il Monte dei Paschi sono altri, erano stati ceduti o comunque tolti dal bilancio prima del 2017 – come è logico, dato che la crisi scoppiò nel 2012 – e nessuno è andato a cercarli, mentre qualsiasi persona un poco esperta di banca sapeva che le cause del dissesto erano là.
Invece all’opinione pubblica e alla stessa Commissione parlamentare è stata gabellata una lista di di 100 debitori in buona parte classificati “utp” ossia, unlikely to pay, denominazione corrispondente all’incaglio, e per il resto composta di sofferenze più recenti, successive allo scoppio della crisi. Si tratta in tutto di quasi 5 miliardi di npl. Ecco l’elenco: c’è anche scritto chiaramente “utp” e “soff”, ma da quanto si è letto in giro, non si è proprio capito che questi nomi nulla hanno a che vedere con le pregresse mega cartolarizzazioni: questi cento della lista sono clienti tuttora in essere, che daranno problemi in futuro, problemi che si assommeranno a quelli passati: corrieredisiena.corr.it/news/economia/306054/monte-dei-paschi-la-lista-completa-dei-primi-100-debitori-la-somma-sfiora-i-5-miliardi-guarda-la-lista.html
I veri colpevoli, insomma, ancora una volta, vengono tenuti ben nascosti e impuniti dal regime. Il regime politico-mediatico-giudiziario serve anche a questo,
Ribadisco che i crediti della lista pubblicata, e che non sono colpevoli della crisi passata, saranno invece causa di crisi futura per MPS, della prossima crisi. Essi in parte sono andati in sofferenza recentemente e in parte vi andranno in futuro: il loro impatto non si è ancora materializzato nel bilancio, ma lo farà presto, Ma di questa crisi imminente oggi nessuno vuole parlare all’opinione pubblica, ai risparmiatori, ai correntisti.
Infatti i mass media per l’opinione pubblica non hanno dato notizia del collocamento di un bond decennale subordinato non callable, ad alto rendimento, riservato agli investitori istituzionali, ed eseguito ai primi di Gennaio 2018 da MPS. Ammontare imprecisato, ma notevole. Domanda 3,6 volte l’offerta.
I media del settore, per contro, il 5 Gennaio scrivevano che MPS stava preparando un subordinato… e pochi giorni dopo è stato collocato ai soliti amici istituzionali, ovviamente prima della pubblicazione del bilancio ed a prezzi “innaturali”, visto che la “domanda” l’hanno creata loro.
ll rating assegnato del bond è da spazzatura (Fitch: CCC+, Moody’s: Caa2 – atteso) – ma non sarà un rating strumentale? Vedi: investireoggi.it/obbligazioni/banca-mps-lancera-nuovi-bond-subordinati-10-anni/ e investireoggi.it/obbligazioni/b-mps-concluso-successo-collocamento-bond-subordinato-tier-2/
Nell’articolo di cui sotto ci sarebbe un analista che addirittura auspica una seconda tranche di collocamento del suddetto bond, in modo da aiutare MPS a rispettare i dettami di Basilea (?) e pone il risultato dell’emissione come tavolo di prova per le elezioni (???). toscana24.ilsole24ore.com/art/oggi/2018-01-05/ritenta-carta-subordinati-080941.php?uuid=gSLAdj2uXC
Un cosiffatto collocamento alle malelingue sembra una raccolta di denaro fatta in fretta e furia per colmare una carenza di liquidità. E può mettersi in relazione con i previsti inasprimenti a Febbraio dei controlli sui crediti deteriorati da parte della Vigilanza della Banca Centrale Europea, dai quali più di una banca italiana ha da temere – ma ancor più hanno da temere risparmiatori e correntisti, perché la BCE fissa per le singole banche due diverse soglie di capitale: quella “in chiaro”, per il pubblico (afferente al bilancio ufficiale), usata per calcolare i dividendi e i bonus; e quella segreta (afferente al bilancio riservato – o reale, come direbbero gli screditatissimi complottisti), di “capital guidance” del coefficiente Cet 1, per i soli occhi della BCE (Gli esami in banca non finiscono mai, in Il Giornale 10.01.18, pag. 24, fg 1).
20.01.18 Marco Della Luna