LA BOLLA RADIOATTIVA E LA BOLLA RISORGIMENTALE
LA BOLLA RADIOATTIVA
Arriverà la nube radioattiva dal Giappone? Ci sarà un’altra ondata di tumori e malformazioni fetali come quella di Chernobyl, o anche peggiore? Forse no, forse le particelle radioattive si scaricheranno sul Pacifico, sull’America (nemesi di Hiroshima), o alla peggio le si farà precipitare nell’Atlantico con appositi composti chimici spruzzati da aerei, come fecero i Russi quando la nube di Chernobyl si dirigeva su Mosca – la fecero piovere sull’Ucraina…
Arriveranno altre così, molto più facilmente. Sanzioni commerciali contro la Libia, che potrebbero far saltare i lucrosi contratti commerciali di certe compagnie italiane legate all’importazione di gas e petrolio. I profitti attesi crollerebbero, mentre i carburanti e i combustibili rincarerebbero – e ciò si scaricherebbe in termini di freno economico e acceleratore della disoccupazione e del malcontento popolare. Accentuato da ondate di sbarchi di profughi in fuga dalla vendetta del Rais vincitore. Che già ha promesso di punire l’Italia, oltre alla Francia – che però non dipende dalla Libia per l’energia elettrica.
A ciò è probabile che si sommi, imposta dal popolo spaventato, dall’esempio straniero e dal discredito del governo, una moratoria sugli investimenti in centrali nucleari (doverosa, dato che l’Italia è un paese fortemente sismico e fortemente corrotto, dove è improbabile che si faccia un’opera pubblica, anche una centrale nucleare, senza rubare e fregare sugli standard). E anche una moratoria sugli investimenti nella c.d. energia verde (che, conti alla mano, non sembra sostenibile economicamente).
Questo insieme di investimenti ed introiti cancellati può non solo spingere il paese in recessione, ma anche far scoppiare una bolla bancaria: primarie banche italiane stanno lottando per mascherare, nei loro bilanci, mediante sistematici trucchi contabili, un grave stato di illiquidità. Se il sistema bancario italiano non riuscirà, anche per effetto dei suddetti, probabili eventi, a mantenere la finzione di solvibilità, e lo Stato dovrà mettere le mani in tasca ai cittadini, o tagliare i viveri a pensionati e malati, allora sì che ne vedremo nelle belle, nel Centocinquantenario dell’Unità!
Tamponare la crisi finanziaria greca è costata 130 miliardi, quella irlandese 80, 50 costerà la portoghese, 200 la spagnola, e quella italiana, probabilmente, sui 400.
16.03.11