PERCHE’ NON HO VOTATO – di F. Belloni

 

Non sono andato a votare. E ne sono fiero e soddisfatto. Il giochetto, il teatrino, il certamen ludico della sceneggiata elettorale che si auto definisce democrazia, ha celebrato il suo rito, ha sacrificato al suo dio. Ha immolato sull’altare del potere alcuni inutili personaggi, ammantando il sacrificio umano come risultato di regole adottate in nome della governabilità. Ha certificato anche formalmente la fine della democrazia parlamentare, mentre sostanzialmente la democrazia era morta già duemila e cinquecento anni fa’, con la morte della democrazia di Pericle, nella piazza di Atene. Unico esempio (tranne rari casi svizzeri, finché il voto è rimasto in mani maschili) di democrazia nella storia. Tutto il resto è stato scimmiottatura, ipocrisia, teatro, rappresentazione, falsità. In Italia ci stiamo avviando, (anzi ci siamo già), verso un centralismo autoritario, dirigista, ammantato di democrazia formale, in realtà fortemente, profondamente, ferocemente e irriducibilmente oligarchico. Il muro di Berlino è caduto anche in Italia e i comunisti sono fuori dal parlamento, oltre che dalla storia. Buoni ultimi in Europa ( anche a causa della presenza del Vaticano, ma è un discorso lungo, che parla della cosiddetta democrazia imperfetta e senza alternanza).

Sembra che le ultime elezioni italiche abbiano portato lo stivale all’altezza dei Paesi d’Europa, con bipartitismo accentuato.

Non fatevi fregare. Hanno deliberatamente eliminato tutti i partiti ideologici e potenzialmente pericolosi per i poteri forti. Cioè tutti quei partiti che rispondono prima ad una idea e poi al cassiere.

Hanno lasciato due grandi gruppi: Berlusconi e Veltroni. Che giurano che non faranno nessun inciucio dopo le elezioni. E non mentono: l’inciucio lo hanno già fatto, prima, molto prima dell’election day. Del resto era, è e sarà inevitabile. Berlusconi si trova infatti davanti una scrivania letteralmente ricoperta da dossier pieni di gravi problemi, di gravissimi problemi, di problemi di tale portata da necessitare una cura da elefante per tentare di risolverli. In altre parole, o si cambia il patto fra italiani, o non se ne esce.

E bisogna essere in tanti, e bipartisan, per affrontare il cambiamento. Altrimenti ci si sbatte il muso, come hanno subito capito i Tedeschi. Bisogna essere in tanti per affrontare il cuore del problema, il problema dei problemi, la causa di tutti i problemi di questo Paese: il problema della sovranità dei nostri soldi, il problema della Banca d’Italia, il problema della regolamentazione delle banche e dei loro iperbolici utili, assurdamente esenti da tasse. Che poi è il problema dei cosiddetti poteri forti, dei poteri che sono i veri padroni dell’Italia. E, tanto per non nasconderci dietro un dito, quei poteri forti hanno un nome ed un cognome: si tratta della potentissima banca d’affari ebrea Goldman – Sachs. E tanto per capirci e per non passare da sognatore, tale Draghi, Governatore a vita della Banca d’Italia, è stato per oltre dieci anni direttore generale della filiale italiana (o europea?) della Goldman – Sachs; banca ebrea che è socia di Berlusconi nell’acquisto della olandese Endemol (quella che fa schifezze tipo grande fratello, la droga mediatica); e il futuro vice presidente del Consiglio, il dottor Letta, il gran consigliori di Berlusconi, è testé stato cooptato dalla Goldman – Sachs. L’onnipotente Goldman – Sachs, l’onnipresente Goldman – Sachs. E, per amore delle vostre coronarie, non parlo di petrolio, case farmaceutiche, trasporti, armi, materie prime e migrazioni.

I due partitoni ed i loro alleati saranno costretti ad allearsi per tentare di salvare la rabberciata navicella italica. Che, nelle mire dei….. “poteri forti”, deve essere messa in svendita, a cominciare dal polo energetico, per passare alla telefonia, all’acqua potabile e non, al gas, alla grande distribuzione, ai trasporti…..

I due partitoni sono i lacchè, i camerieri dei poteri forti. A cominciare dal futuro Presidente della Camera, quel Gianfranco Fini che rinnegò e rimangiò il suo credo ed il suo passato, per il classico piatto di lenticchie. Trentatre denari per il Ministero degli esteri, che doveva avere il nulla osta dei padroni. Infatti Gianfranco Fini si recò a Tel Aviv per la pubblica abiura.

Ci fanno credere di essere in competizione e di litigare: sceneggiata per tener tranquillo il popolo e dare l’illusione alla gente di contare qualcosa. Ormai il popolo non conta più nulla. Destra e sinistra sono diventate solo collocazioni geografiche. I politici restano in carica fino a che si comportano in modo servile e prono ai voleri dei poteri forti. Berlusconi volle rendere pubblici gli elenchi dei proprietari (contra legem) della Banca d’Italia, e, cosa ancora più grave, preparò un disegno di legge che avrebbe riportato in mani pubbliche, dello stato, di tutti noi, la Banca d’Italia. E subito tutte le banche, le finanziarie corsero a sostenere l’affidabile ed ubbidiente Prodi, Che vinse per un soffio le elezioni. Poi dette prova di quanto valeva e crollò dopo due anni sui cinque ululati di legislatura. Pussa via.

Ora torna il lolito Berlusconi: non so perché, ma faccio una scommessa con tutti voi. Scommettiamo che non verrà riproposto quel disegno di legge riguardante la Banca d’Italia? Cioè, più chiaramente, io scommetto che anche Berlusconi si è dovuto allineare ai poteri forti, alla Goldman – Sachs.

Non siamo mai stati una Nazione, neppure sotto l’immane sforzo in questa direzione che fece Mussolini, che, unico, almeno ci provò. Non siamo Stato, con quattro o cinque regioni governate dalla malavita, con i rifiuti che sono il biglietto da visita nazionale che Napoli ha regalato all’Italia, in ringraziamento delle montagne di soldi fagocitati da nulla facenti cronici ed abituali. Non siamo neppure regime, anche se i nostri politichetti bramerebbero crearlo, per godere le briciole che i poteri forti lasciano cadere sotto il tavolo del potere, dove è accucciata la nostra casta.

Non siamo più niente. Siamo allo sbando morale, etico, culturale, economico, sociale. E il brutto deve ancora arrivare.

Non mi riconosco in questa casta, che si finge anti politica, per cercare di fingere di governare. Non è la mia gente, la mia terra, la mia fede, i miei sentimenti.

Una volta lessi una frase che mi è tornata sempre più spesso alla mente in questi tempi: <<libertà è servire un  signore vero>>.

Ma di signori veri sembra non essercene da oltre mezzo secolo.

Ci provarono, in cinquantaquattro Stati contro tre, che rifiutavano il dio denaro dei poteri forti, dei signori dell’oro.

Neppure col suggello atomico  sono riusciti a cancellare la polluzione dell’Uomo Libero.

Attenzione,signori politici finti, camerieri veri dei poteri forti: state ricreando le condizioni per la rinascita della coscienza di sé, dell’Uomo morale ed etico. Che vi spazzerà via una volta per tutte.

Non sono andato a votare. E mi sento un po’ più libero e nel giusto.

Cerco un signore vero da servire, da uomo libero.

Forse lo ho trovato. Anzi lo ho ritrovato.

 

Fabrizio Belloni

16 aprile 2008,  cell. 348 31 61 598

 

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3 risposte a PERCHE’ NON HO VOTATO – di F. Belloni

  1. Franco Praderio scrive:

    Ti ho letto e mi sei piaciuto. Io sono italiano e vivo in China dove certe cose non ci sono e mi sento molto piu libero che in Italia.
    Mi piacerebbe scambiare qualche email, solo da poche settimane ho scoperto come funziona l’ ambaradan delle banche … ciao e fatti sentire

  2. marco scrive:

    bravo sig belloni continui cosi’, dia il massimo della fiducia ai giovani, con le sue fantastiche parole da disfattista. perchè non se ne và ad abitare in austria? vedrà che là le cose vanno meglio. magari in germania. il suo nuovo padrone si chiama fedrigo? cos’è un berlusconino? oltre alla goldman sachs esistono banche più potenti, o non si è informato? ha mai sentito parlare del grande prof giacinto auriti? il primo che già nel 1970 studiò la storia della moneta? docente anche alla sapienza di roma oltre che a teramo di diritto economico internazionale? l’unico in italia che si sia battuto veramnente x la libertà del popolo. che ha scritto e fatto proposte portate in parlamento x il reddito di cittadinanza, e totale sovranità monetaria. non le vostre puttanate di moneta complementare e banchette del cazzo. come mai non ne parlate mai di auriti quando andate in tv? è troppo scomodo x voi? certo che si. valgono solo le vostre ridicole tesucce. non ci vuole poi mica tanta fatica x informarsi su di lui. ma voi siete troppo innamorati delle vostre teorie x sentire gli altri. giusto? so già che non mi risponderà. siete troppo radicati in voi stessi, innamorati narcisi dei vostri studi. eppoi siete pure leghisti no? teste dure coi paraocchi che non vedono nulla tranne che è vero solamente quello che avete ideato e pensato. da portare fino in fondo a tutti i costi. bravi bravi. la saluto.

  3. marco spagliardi scrive:

    Anch’io non mi sono recato alle urne elettorali.
    Di motivi ne avevo tanti.
    Il 23 agosto cercando un libro da leggere in una libreria, ho quasi casualmente trovato Euroschiavi.
    Ho finito di leggerlo questa mattina alle cinque.
    Fino a soli 4 giorni fa non sapevo ancora che tutti i motivi che mi avevano indotto a non votare non includevano ancora il pricipale.
    Una sola breve osservazione al Suo scritto :
    La reale forma del governo italiano è la dittatura.
    L’unica mia intima, personale speranza, l’unico pensiero che mi fa fare quello che faccio tutti i giorni è la grandezza della cultura di alcuni nostri padri. Sarà sufficiente per ritrovare la speranza ?
    Cordiali saluti.
    Marco Spagliardi

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