ORA ANCHE I COSI HANNO UN PAPA
Quando udii il Papa affermare, sull’aereo che lo portava in Africa, col suo facciotto composto, germanico, quasi meccanico, che i cosi non sono utili alla lotta contro la diffusione dell’Aids, lo trovai incredibilmente buffo. Ero esilarato dalla sua goffaggine comunicativa che lo portava, con robotica rigidità (chissà se i robot useranno i cosi?), ad attirare su di sé e sulla Chiesa il biasimo, lo scherno e i rimproveri della scienza e della politica di mezzo mondo, i quali puntualmente sono arrivati, in coro, bordata dopo bordata, impietosi. Il Papa si rendeva ridicolo e insieme appariva crudele, perché sembrava voler imporre i suoi dogmi a costo della sofferenza e della morte di innumerevoli persone, che si potrebbero salvare usando i cosi – ai quali andò subito per reazione la solidarietà e il plauso di interi governi. Insomma, mai si era parlato tanto degli umili cosi, e tanto apertamente. Al contrario, si era sempre cercato di lasciarli nell’ombra, di non menzionarli mai per nome (anch’io, come vedete, li chiamo “cosi”). Di maneggiarli in silenzio. Di gettarli via al buio. Ed ora, grazie a questo Papa, eccoli d’un tratto lessicalmente sdoganati, moralmente legittimati e resi protagonisti della scena mediatica mondiale. Che magisteriale autogol!
Poi però riflettei che il Papa e la Curia dietro di lui non potevano essere tanto stupidi da non prevedere che un attacco ai cosi condotto in spregio alla scienza avrebbe prodotto una campagna di sostegno e di promozione in favore dei cosi stessi, e di denigrazione della Chiesa Romana. Quindi quel risultato era stato evidentemente da loro preventivato e voluto, accettato per un fine superiore. Evidentemente cioè il Papa, volendo da un lato far capire soprattutto agli Africani che devono usarli perché usarli limita il contagio, ma dall’altro lato non potendolo dichiarare, per ovvie ragioni di teologia e di coerenza, aveva escogitato di fare una dichiarazione palesemente assurda e inaccettabile contro i cosi, onde suscitare grandi reazioni contrarie che informassero gli interessati sull’opportunità di usarli. Come puntualmente è successo. Addirittura la cattolica Spagna ne ha donato un milione ai poveri Africani. Questa interpretazione dell’intendimento del Sommo Pontefice mi parve ancor più verosimile allorché mi sovvenne di aver letto che il Vaticano sarebbe azionista di maggioranza di una nota Casa produttrice di cosi.
Ma poco dopo incominciai a ricevere dati dai quali risulta che, effettivamente, l’uso dei cosi non diminuirebbe, anzi aumenterebbe, la diffusione del contagio, in quanto incoraggerebbe la promiscuità. Inoltre i piccolissimi virus dell’Aids potrebbero passare per i pori del lattice con cui sono fatti i cosi. Niente amore sicuro, quindi. Non sono in grado di verificare la veridicità e la fondatezza di tali dati e della loro interpretazione, ma essi aprono la possibilità che il Papa, in quella sua esternazione, abbia semplicemente enunciato la verità, a beneficio di tutti, oblativamente, a costo di rendersi zimbello di tutti i laicisti del mondo e di farsi crocifiggere mediaticamente da una scienza e da una politica prezzolate dall’industria farmaceutica. Se le cose stanno così, il Papa ha dimostrato molto coraggio, ma anche, di nuovo, molta ingenuità, perché l’effetto del suo sacrificio è andato decisamente in favore dei cosi e dei loro produttori. Oppure il Papa e chi per lui non sono affatto ingenui, e volevano esattamente questo risultato, il boom dei cosi. Insomma, adesso che non c’è più religione, e che anche i cosi hanno un papa che parla di loro, non ti devi stancare di girar la frittata. Solo così, con santa pazienza, ti riuscirà… dorata.
10 Aprile 2009
Marco Della Luna