NOSTALGIA AUREA
La presente crisi delle valute, la scoperta che il loro sottostante o collaterale – ossia il debito pubblico – è illusorio perché non può essere pagato, da quello americano a quello italiano, greco, giapponese, spagnolo, britannico etc. – resuscita un senso di nostalgica fiducia, non privo di argomenti razionali, verso la copertura aurea delle monete, abbandonata sostanzialmente dal 1929, e definitivamente dal 1971. Dapprima abbiamo avuto la crisi della scoperta che i titoli finanziari erano cartaccia, perché poggianti su sottostanti irreali o finti. Poi abbiamo avuto al crisi della scoperta che i debiti “sovrani” sono perlopiù impossibili da rimborsare. Ora entriamo nella crisi della scoperta che, siccome i titoli del debito sovrano sono ciò con cui si compera il denaro, anche il denaro poggia sul nulla. Quindi pare urgente ritornare all’oro, come base e garanzia del valore delle monete.
Ma, se guardiamo le cose e soprattutto l’homo sapiens, in prospettiva storica, ossia ponendo attenzione al mutare dei suoi giudizi e comportamenti , e della stessa sua percezione della realtà del mondo in funzione del mutare dei suoi stati emotivi, ci è ben presente la sua irriducibile circolarità o pendolarità.
E allora, scetticamente, ci verrà da commentare come segue.
Oggi, sull’onda della sfiducia nella fiat currency, supponiamo si ritorni alla moneta convertibile in oro;
domani, quando la gente/i mercati avranno dimenticato/saranno usciti dallo stato emotivo odierno, sull’onda dell’euforia della prossima ripresa, di oblia lo’esperienza di ieri e, dicendo che il vincolo aureo limita la massa monetaria, si tornerà alla fiat currency;
oppure si sospenderà il diritto a convertire in oro;
oppure si confischerà l’oro ai cittadini (già avvenuto anche questo);
oppure si faranno sparire le riserve auree;
oppure si fingerà che aumentino, per emettere ulteriore fiat currency, in violazione del rapporto di copertura.
Siccome la gente e i mercati non si curano di ciò che non li sta emozionando nel presente, non “sentiranno” la violazione del rapporto di copertura, preoccupati da altro.
Ciò che fa valere la moneta convertibile in oro, dopo il momento iniziale, non è l’oro e la reale convertibilità in oro , ma il credere che l’oro vi sia,e poi il fatto che gli altri credano che gli altri credano che l’oro vi sia,e dopo ancora la tranquillità e l’abitudine ad accettare la moneta “convertibile” (sulla carta) come moneta buona. L’origine di questa tranquillità nell’accettarla, ossia la copertura-convertibilità iniziale, sarà dimenticata. E l’oro monetario sarà un fantasma.
Perciò è opportuno comperare oro fisico. In segreto.
Ai mercati e i loro interpreti, miopi come sempre, era bastato un anno di recuperi (peraltro molto dubbi, se guardiamo ai voluti effettivi) per ritrovare il sentiment dell’ebete serenità e fiducia nei meccanismi e nei tecnici della stabilizzazione. E nella falsa dottrina economica delle istituzioni, BCE in testa. Ora sanguinino.