FERMENTAZIONI PREAGONICHE

La classe politica italiana sa solo farsi i propri interessi e non sa amministrare il paese né si interessa a farlo. Siccome lo gestisce malissimo, gli appoggi e i consensi per restare al potere se li può procurare solo col sistematico clientelismo corruttivo – il che la spinge a peggiorare vieppiù la sua gestione, l’insoddisfazione popolare per tale gestione, quindi radicalizza il suo bisogno di usare il clientelismo corruttivo per restare al potere. Stanno lì a guardare il paese che va in malora – tanto a loro i soldi delle tasse, per arricchirsi e per comperare i consensi, arrivano comunque. E’ una spirale, che porta alla distruzione dell’Italia. La classe politica non può, per le predette ragioni, risanare il paese né correggere se stessa, ma solo peggiorare: lo ha sempre fatto e lo sta ancora facendo, e si perpetua così nelle sue nuove leve, generazione dopo generazione. Una classe politica siffatta è un cancro, nuoce alla popolazione, non rappresenta nessuno, e andrebbe sostituita in blocco, materialmente, affinché non continui a riprodursi. Solo che nessuno può eliminarla e nessuno può creare dal nulla una classe politica sostitutiva, che non esiste.

Intanto, niente più funziona in Italia, tutto si lacera e va a pezzi: il territorio nazionale (ad alto rischio idrogeologico al 90%), il partito di maggioranza, il governo, l’opposizione, la funzione giudiziaria, l’occupazione, l’innovazione, le infrastrutture. Se anche si andasse presto a votare, i più recenti sondaggi indicano che dalle urne non uscirebbe una maggioranza parlamentare, nemmeno se si adottasse il sistema elettorale tedesco. L’intera classe politica non affronta i problemi, per quanto urgenti, ma si occupa solo di depredare, accusare, ricattare, delegittimare, difendersi da delegittimazioni. Il premier fa un passo falso dopo l’altro, soprattutto con minorenni e donne di facili costumi, e adesso si parla anche di droga. La cosa in sé non è anormale, in un paese in cui, per esempio, sistematicamente, ai parlamentari si offrono escort e droga, per renderli gestibili, affidabili. Il problema con B è si altra natura: la sua conclamata incapacità di imparare dai suoi ripetuti errori e la sua rivendicazione di questo suo stile di vita, la sua evidente perdita del senso del “limite”, sono seri indizi di possibili problemi psichici (ipercompensazione dell’ablazione della prostata) o, più probabilmente neurofisiologici, ossia dovuti a un deficit di interconnessione tra aree corticali della cognizione e della volizione da una parte, e nuclei profondi dell’emotività e della libido dall’altra. Un tale deficit spiegherebbe la paradossale incapacità del premier di apprendere e correggere i propri comportamenti inadeguati per effetto delle frustrazioni emotive che questi gli cagionano. Il deficit è grave, come dimostra il fatto che B ha fatto l’improvvida battuta contro i gay proprio mentre era sotto accusa per il caso Ruby; ciò dimostra che non è in grado di percepire l’inopportunità per suoi atti per la sua immagine nemmeno mentre sta pagando le loro conseguenze ed è biasimato da mezzo mondo . Il deficit potrebbe essere causato sia da un processo degenerativo, che dagli effetti collaterali di farmaci per il sostegno dell’umore e della capacità lavorativa. Nella seconda ipotesi, sarebbe relativamente facile intervenire correttivamente, da parte di un medico competente. E bisognerebbe farlo con urgenza, perché una persona con le sue importanti funzioni recuperi l’efficienza mentale. Anche perché può darsi che B sia ancora premier l’anno prossimo, quando il governo che sarà in carica dovrà compiere scelte impopolari: il calo dell’occupazione e del gettito fiscale, congiunto alle prescrizioni europee (ossia: tedesche) di ridurre il debito pubblico a tappe forzate predeterminate, si tradurrà in ulteriori tagli alla spesa sociosanitaria, all’azzeramento degli investimenti pubblici, e soprattutto a un maggiore prelievo fiscale. La ricetta della recessione senza uscita, insomma. Ma voluta dall’”Europa”, ossia dalla maschera del mago di Oz, dietro cui si nasconde il decisore finanziario.

In tale contesto, il 31 Ottobre, rivolgendosi al livello mentale medio, reale o presunto, del loro pubblico, molti Tg aprono con lunghi servizi sulla supervincita al lotto del sistemone “Mamma”. Solo come terza o quarta notizia arriva quella importante: le dichiarazioni del Presidente di Confindustria. Prevedendo la vicina caduta del governo Berlusquater, quindi l’opportunità di dare ad esso la colpa del dissesto e delle nuove tasse (tassa patrimoniale in primavera) per curare il paese onde tornare a poter sperare (carota virtuale), la Marcegaglia ha detto un primo pezzo di verità scomoda: l’Italia è bloccata e va a fondo, nel suo debito, nel suo vecchiume, nel marcio delle sue istituzioni e nell’inerzia del suo governo. Ma non ha detto il secondo e più importante pezzo, ossia che nessun governo occidentale, nemmeno il governo Obama, riesce a riformare l’economia, per la semplice ragione che non dispone più delle leve dell’economia, le quali oggi sono in mano al cartello bancario mondiale della moneta e del credito.La realtà è che le analisi, i giudizi e le proposte di Confindustria non considerano la dimensione e la dinamica macroeconomiche, quindi sono fuori della realtà – analogamente a quelli del governo e dell’opposizione.

Nella storia, i debiti pubblici degli stati che non riescono a pagarli si estinguono quando questi stati   muoiono, quando si sciolgono. L’Italia è un paese malnato e fallito, degradato e ingessato, che non si riesce più a governare e a tenere insieme (impedendo l’indipendenza del Nord) se non cambiando metodo, ossia usando la forza di una mafia che  non solo condizioni le maggioranze parlamentari e regionali, ma abbia in mano forze dell’ordine, fisco, mass media; e che si faccia legittimare raggiungendo accordi col Vaticano e cogli USA (134 basi militari in Italia). La funzione di un governo tecnico potrebbe esser quella di preparare questa svolta, rinviando le elezioni politiche a quando essa sarà consolidata e irreversibile, e avrà fatto cassa con le nuove tasse. Per queste ragioni sarebbe preferibile che qualcuno, magari lo stesso B, staccasse la spina, però non solo a questo o quel governo (si somigliano tutti), ma proprio a questo balordo e disastroso esperimento di Italia “unita”, prima che la sua agonia e il suo degrado ci trascinino tutti in un inferno di mafia, polizia, tasse e corruzione a livello africano.

Fini si è mosso quando gli hanno detto di farlo perché l’abbattimento di B era già predisposto e a lui si poteva dare un ruolo prestigioso nella svolta e dopo. Però non si faccia illusioni di poter poi continuare a smarcarsi, nel nuovo incarico, come ha fatto sempre, con Almirante in principio e ora con B. Infatti da oggi avrà sempre bisogno di protezione, dato che gli hanno messo scheletri pesanti nell’armadio (non importa se veri o falsi): l’appartamento già proprietà del suo partito e venduto a 1/3 del valore a suo cognato; il lucroso appalto Rai a sua suocera, che non aveva esperienze televisive. Fini adesso si goda la gloria di silurare B, si goda gli allori di un Bruto alle idi di Marzo (se sono queste le sue fantasie),  resti  tranquillo alla presidenza della Camera come se non avesse solennemente promesso di dimettersi qualora fosse risultato che la casa di Montecarlo era di suo cognato; e usi pure di quella presidenza per fare ostruzionismo al governo: tutto gli è consentito – ma sappia che, se lo metteranno su, è perché ha il collare elettrico che lo rende affidabile; e che, dal giorno dopo, dovrà rigar dritto, perché il regime, quello che “piscia in testa” ai politici, può darlo in pasto ai pm e ai giornalisti quando e come vuole.

02.11.10

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21 risposte a FERMENTAZIONI PREAGONICHE

  1. Riccardo scrive:

    Non è che non ci sia del vero negli interventi sopra. E’ solo che quando le analisi si allargano e il problema è sempre da un’altra parte io comincio a sentire odore di bruciato e diffido.
    I 50mld di euro che ogni anno da veneto, lombardia e emilia, prendono la strada dell’assistenza a una maggioritaria parte del sud Italia, non vengono intercettati dalle imprese del nord, perchè è la stessa quantità di denaro che si conteggia nei consumi reali delle famiglie del sud e che non si spiegano con il reddito prodotto. Questo nel “sacco del nord” di Ricolfi è ben documentato.
    Ora, questo non significa che le regioni meridionali non abbiano pagato e non paghino un prezzo alto sull’altare dell’unità ma semplicemente che le tre/quattro regioni motore della nazione non possono proseguire con questo ritmo.
    Quanto alla criminalità, all’illegalità e alla corruzione, rispondo al Sig. Saverio, il cui piglio orgoglioso mi fa pensare che sia una brava persona e che se lo conoscessi ne sarei certamente amico, sappiamo bene anche noi polentoni (lo scrivo sorridendo) che anche a Bolzano c’è mafia, corruzione e clientelismo.
    Sappiamo bene anche che gli italiani del sud hanno avuto successo economico e sociale in tutto il mondo, tranne in un posto: l’Italia del sud.
    E’ chiaro che è proprio lì che c’è qualcosa che non va.
    Infine due parole sulla meridionalizzazione dell’esercito e forze dell’ordine.
    Il sostituto procuratore militare Sergio Dini, in una intervista sull’Espresso del 2007 diceva: “La situazione è allarmante, le aree ad alto tasso di arruolamento sono le stesse a più alto tasso di malavita, in una mia stima almeno un arruolato su ogni dieci ha avuto direttamente a che fare con le forze dell’ordine. Il mio autista è stato arrestato perchè in puglia rapinava prostitute e si preparava a farlo anche qui…”.
    Uno Stato serio non permette un tale sbilanciamento territoriale dei suoi apparati di controllo.
    Non trova vagamente comico che la regione a più alta incidenza del sommerso (Sicilia), sia la stessa che fornisce il numero più alto di arruolati nella Guardia di Finanza?
    Beninteso, io sono qui a dire la mia opinione ma mi guardo bene dal dare giudizi sulle persone, ognuno ha la propria storia su cui non mi permetto di pontificare.
    Ma la realtà è quella che vediamo, non un’altra.
    Cordialmente.

  2. Marco scrive:

    http://antonellarandazzo.blogspot.com/2010/01/libro-pirati-mafiosi-la-vera-storia-del.html

    Da notare che le isole caraibiche ora paradisi fiscali erano una volta i covi sicuri dei pirati…..

    L’uso delle mafie è storia, moderna e antica….

  3. paolo83 scrive:

    condivido pienamente ciò che dice marco riguardo l’uso che potenze internazionali come gli USA fanno delle mafie ed è un punto su cui si dovrebbe molto riflettere e spiegherebbe un sacco di cose sull’incapacità o la mancanza di volontà nel combattere le organizzazioni criminali; tuttavia l’idea che il fascismo abbia sottomesso la mafia non è del tutto corretta, poichè il prefetto mori, quando riuscì ad arrestare molti “pesci grossi”di cosa nostra che si erano iscritti al PNF, venne fermato dal duce stesso in quanto temeva uno scandalo nel caso l’opinione pubblica fosse venuta a conoscenza che molti gerarchi in sicilia fossero collusi con la mafia o erano essi stessi mafiosi, uno scandalo che forse nemmeno la censura di regime sarebbe riuscita ad insabbiare; tutto ciò è anche descritto in un film del regista pasquale squitieri, che non può essere sospettato di simpatie di sinistra. tuttavia al regime fascista si deve perlomeno una volontà politica di combattere le organizzazioni criminali che è mancata invece (almeno fino alla metà degli anni 80) alla prima repubblica.

  4. Marco scrive:

    Su Nord e Sud condivido in pieno le teorie di Della Luna, il PUNTO
    da chiarire, altrimenti non si va oltre discutendo con i meridionali,
    è che CHI vuole mantenere il Sud nelle condizioni di degrado in cui si trova (e trascinarci anche il Nord, temo) non è necessariamente un meridionale, anzi non sono neppure tutti italiani. L’Italia è stata disegnata così dopo la seconda guerra mondiale (disastro che si aggiunge agli errori commessi nell’800), la mafia svolge la funzione di cane da guardia.
    In molti paesi del mondo la mafia funge da tramite con la grande finanza gestendo per suo conto i vari traffici, droga in primis. Guardate in che situazione socio economica disastrosa
    si vive in Messico o in Colombia (vogliamo farne una discussione di razze? o tirare fuori colpe del secolo scorso?)
    E si sa i maiali stanno meglio nel fango….
    Perchè durante il Fascismo la mafia era quasi inesistente, estirpata dai prefetti con una violenza inaudita? E poi sotto gli americani ha prosperato (vedi la storia di Lucky Luciano)?

  5. Riccardo scrive:

    Io sento il solito rumore di unghie sui vetri.
    Cordialmente.

  6. Saverio scrive:

    P.S. bellissime le parole di Krishnamurti , postate dal signor Pepe

  7. Saverio scrive:

    Come ho già detto, il problema, signor Riccardo, è di intensità del fenomeno, non di sostanza.
    Bolzano non è certo Palermo, eppure anche lì il sistema “italia” si è ampiamente diffuso e sviluppato
    http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2010/06/11/news/bolzano-9-arresti-per-corruzione-all-istituto-case-popolari-ipes-i-nomi-2076568
    Non riconoscerlo, significa non aver capito niente di quello che è accaduto in Italia in questi ultimi quarant’anni.
    Quanto a questi famosi 50 miliardi di euro ( ma davvero sono tanti ? ) che , secondo lei , annualmente prendono la via del Sud, la posso rassicurare: la maggior parte ritorna al Nord grazie alle commesse pubbliche per opere destinate a non finire mai: la Salerno-Reggio Calabria ( lavori affidati ad un numero enorme di ditte del Nord fra cui Coop costruttori e Baldassini-Tognozzi ); il ponte sullo Stretto ( lavoro affidato alla famigerata Impregilo ); la metropolitana di Napoli ( Ansaldo-Brera ); etc.etc.
    Si parla tanto di Sacco del Nord , ma vediamo il giro completo di questi soldi , dico io !
    Infine, se ci sono tanti meridionali nelle forze dell’ordine, è proprio perchè il lavoro qui langue, mentre al Nord ( almeno fino alla crisi ) non si era costretti a girare mezza Italia per raggranellare un po’ di soldi.
    Distinti saluti

  8. Riccardo scrive:

    Certo se non vogliamo vedere….
    Se credete che Palermo sia omogenea a Bolzano potete anche crederlo, possiamo anche dire che siamo tutti fratelli (il che è ovviamente vero) e con questo coprire quello che è oggi il sud d’Italia.
    Possiamo dire che la clinica Santarita è a Milano e che è lì che è stata scoperta. Bene. Questo assolve intere regioni di vergognoso ladrocinio sanitario?
    Guardate amici, io li ho guardati in faccia i malati di cancro che salivano da Crotone per curarsi a Milano. Capisco il dolore, il dramma, la rabbia di chi si comporta bene e si vede accomunato in un raltà di sperpero e degrado. Ma questo non ci può autorizzare a fare un bel minestrone e dire che siamo tutti nella stessa pentola, perchè se le tre regioni che vengono annualmente spoliate di 50 MLD, disponessero almeno in parte di quei denari, voi vedreste una Germania nella pianura padana, naturalmente anche con il determinante apporto degli italiani provenenti dal sud.
    Quando il Della Luna dice che l’unica speranza è una divisione economica con l’uscita del sud dalla zona Euro, non avanza formule razziste o antiunitarie, quella è l’amara realtà.
    Non piace? Capisco.
    Guardate vi faccio una domanda costruttiva e provocatoria.
    Se le parti fossero invertite, se Sicilia Puglia e Campania fossero annualmente spoliate della stessa cifra, con una incidenza di evasione del 15-20%, a favore del nord con una incidenza di sommerso dal 50 al 80%, e le stesse regioni del sud fossero presidiate da forze dell’ordine e guardie di finanza per due terzi arruolate al nord, come reagirebbe la gente del sud?
    Con cordialità.

  9. Pasquale Pepe scrive:

    Condivido pienamente le considerazioni del sig. Saverio.
    Fino a quando continueremo a spostare le responsabilità sugli altri,chiamandoci sempre fuori,non si potrà mai risolvere nulla.Ora chi è disposto ad ammettere che la responsabilità è soprattutto nostra?!Che il nostro modo di vivere,anzi di sopravvivere,è talmente folle che ci sta portando tutti all’ammasso?!Cosa facciamo nel nostro quotidiano per staccarci da questa narcosi mefitica che chiamiamo vita?!
    “Vedendo tutto ciò, la confusione, la grande infelicità, il senso di enorme malessere, ogni serio indagatore direbbe che è possibile trasformare questa società solo se l’individuo trasforma realmente se stesso, ovvero se si rigenera dalle fondamenta. La responsabilità di questa trasformazione ricade sull’individuo, non …sulle masse o sui preti o politici, sui templi o le chiese, ma su ogni essere umano consapevole di questa spaventosa confusione politica, religiosa ed economica”. Krihnamurti.

  10. Saverio scrive:

    No , signor Riccardo , mi permetto di dissentire, perchè la storia delle “due realtà separate da una voragine di civismo, senso dello Stato, dinamiche economiche” non sta proprio in piedi.
    Se davvero l’Italia vivesse questa dicotomia in maniera così profonda , non si spiegherebbero le tante storie comuni che da un capo all’altro del nostro paese ci “affratellano”.
    La malasanità è una piaga del Sud Italia, ma la clinica Santa Rita stava a Milano; il nepotismo è una cifra comune di tutto il meridione, ma il “Trota” è il figlio di Bossi non di Bassolino; l’abusivismo edilizio a Napoli è la norma, ma l’alluvione in Veneto dimostra che anche al Nord la cementificazione selvaggia ha preso piede: e dove c’è il cemento ci sono le mafie, sempre.
    La verità è che l’unica differenza fra Nord e Sud è di grado , non di sostanza. Voi state vivendo l’inizio, noi la fine della degenerazione di questo paese.

  11. Riccardo scrive:

    Permettetemi di prendere spunto dagli articoli dell’Avv. Della Luna.
    Qui non si tratta di taglietti e di facili separatismi.
    Tutto l’apparato industriale italiano ha dovuto scendere a patti (nella migliore delle ipotesi) con le mafie che, al sud, sono di fatto lo Stato.
    Berlusconi lo ha fatto in modo più spudorato? Va bene. Non mi disturbano i riflettori sulla storia di B. , vogliamo accenderli sulla storia della famiglia Agnelli? Pirelli, De Benedetti, Marcegaglia (ricordate l’autoliberazione di Steno?), e poi passiamo alle banche… Mediobanca, Profumo, il gotha di banchitalia…
    La questione italiana rimane quella descritta nelle apparenti pessimistiche previsioni di Dalla Luna.
    Due realtà separate da una voragine di civismo, senso dello Stato, dinamiche economiche.
    Ma non concordo con l’apparente fatalismo di Marco quando dice che questa unità è stata imposta ed è mantenuta dal potere internazionale.
    Quando milioni di persone si muovono, qualunque potere alza le braccia e sta a guardare.
    Mi scuso poi se ho consigliato alcune letture in modo un pò antipatico, voleva solo essere un amichevole suggerimento.

  12. Marco scrive:

    Si parlava di Berlusconi e visti i dubbi di Alfio200 ho postato quanto sopra. Ma quando penso ai problemi dell’Italia per me Berlusconi è secondario…(Prodi, ora sparito…, ai tempi delle privatizzazioni da 60 mld di euro gestite in gran parte dalla Goldman Sachs, è passato da praticamente dipendente della banca a Presidente del Consiglio, a quanto ammonta il conflitto d’interessi di Berlusca?)

    I rapporti con la mafia ci sono stati imposti dalla nascita della Repubblica e rimarranno finchè ci sarà questo assetto internazionale di potere, purtroppo.

    Di libri al riguardo ne ho letti fino alla nausea.
    Travaglio non lo sopporto, grazie…

  13. Saverio scrive:

    Noto con un certo malessere che appena si punta la luce sul problema delle origini delle fortune di Berlusconi fioccano le accuse di travaglismo e grillismo.
    Come se una gran parte del Nord Italia facesse fatica ad ammettere che nella storia d’amore fra Berlusconi e la mafia, c’è anche un po’ della sua recente storia economico-imprenditoriale. Da qui- forse – discende anche l’illusione di poter risolvere tutto con un “taglietto” fra le due Italie.
    Mi dispiace , amici miei , checchè ne dica il dott. Della Luna ( di cui pur apprezzo gli spunti argomentativi ), da questa storia o ne usciamo insieme o finiamo male tutti.

  14. Riccardo scrive:

    Come vedete il travaglismo fa proseliti, le scorciatoie per semplificare la situazione italiana sono una tentazione irresistibile.
    Marco lei veramente crede che in confindustria esista qualche imprenditore sopra ad una certa dimensione che non abbia conosciuto un qualche stalliere di dubbia provenienza o almeno un cavallo?
    Crede veramente che la Fiat possa piantare uno stabilimento come quello di Termini senza chiedere il permesso?
    Suvvia non sia ingenuo. Berlusconi ha segnato la sua vita quando a colloquio con Martinazzoli gli ha intimato di agire, mentre il vecchio DC lo ha probabilmente servito con un “prego si accomodi”.
    Mi dia retta, lasci perdere i siti deberlusconizzati, che l’anomalia italiana non ha quel nome e si legga gli ultimi tre libri di Luca Ricolfi.
    Cordialmente

  15. Marco scrive:

    mi permetto di inserire questo link.
    http://www.altrestorie.org/page.php?107

    Comunque è storia vecchia…se siamo governati da certa gentaglia, a cui è bastato qualche morto (Falcone..) forse come popolo ce li meritiamo….

  16. Marco scrive:

    I referenti di Berlusconi? Il padre era direttore della Banca Rasini…per cosa era “famosa” questa banca a Milano? Chi gli ha dato i soldi per Milano 2? Certe storie d’amore sono per sempre, non esiste il divorzio…

  17. Alfio200 scrive:

    Mi è molto difficile giudicare Berlusconi. Intanto, continuo a ritenere la sua entrata in politica un mistero.

    Si è detto inizialmente che voleva salvare le sue televisioni, ma, per ottenere questo, gli sarebbe bastato affidare mani e piedi la gestione delle medesime all’establishment di sinistra.
    Poi si è detto che vuole evitare i processi, ma mi chiedo: “Non pensate che, in questi anni, a Berlusconi sia stato offerto più volte un assegno in bianco per togliersi dai piedi”? Ovvero…dicci quello che vuoi per lasciare la politica.

    Davvero pensate che Berlusconi rappresenti solo sè stesso? Io credo che sia l’uomo scelto da una lobby (non necessariamente nel senso complottistico del termine) per rappresentarsi. Nessuno è così potente da andare al potere con i suoi soli mezzi.

    E poi c’è il discorso politica estera con particolare riferimento all’economia. Qui Berlusconi ha lavorato bene (è pur sempre un imprenditore) al punto che l’opposizione preferisce evitare l’argomento. Una questione su tutte: l’aumento della dipendenza energetica dalla Russia e dalla Libia a scapito delle multinazionali americane. Era dai tempi di Mattei che nessuno tentava questo. Quanti fili dell’antiberlusconismo stanno tirando i petrolieri americani (e quindi gli USA stessi o buona parte del suo potere economico)?

  18. Riccardo scrive:

    Provate a pensare amici, il sud ancora “bianco”, ovvero con il sistema votoscambista collaudato dalla vecchia DC, il centro rosso, con una incredibile fedeltà ai confini del vecchio Stato della Chiesa, e il nord sempre più verde, per l’evidente approssimarsi dei nodi cronici della questone della spoliazione del nord da parte dello Stato unitario.
    Davvero paradossale che i tre colori formino la bandiera di una nazione nei fatti in via di sgretolamento.
    Mi dispiace per quello che avremmo potuto essere e non siamo stati. La gente del sud ha avuto successo in tutto il mondo tranne che a casa propria. Un vero peccato.
    Ma a Renzo sento di dover anch’io ricordare quanto le nazioni moderne debbano tracciare i propri confini considerando le virtù sociali, il sentire comune sul lavoro e la res publica.
    Certo Firenze è piena di persone che preferiscono ancora non vedere.
    Ma le guerre moderne si combattono con i cambi monetari e non con i cannoni, sono meno visibili ma anche i hompagni se ne accorgeranno.
    saluti.

  19. renzo scrive:

    complimenti per la raffinatissima analisi politica…..sono perfettamente d’accordo….il simulacro della nazione andrebbe a parer mio riconsiderato….io essendo di firenze mi trovo a rimpiangere l’illuminato ed efficente Granducato di Toscana del passato…..ma il condizionamento ideologico ne impedisce una realistica riproposizione….mentre ritengo invece che il ritornare ad entita’ statuali piccole sia forse l’unica possibilita’ per difendere la popolazione dai poteri forti.

    • admin scrive:

      A Renzo: Sono d’accordo con Lei, ma preciso che i confini politici dovrebbero seguire i confini dei diversi sistemi sociali, delle diverse mentalità, concezioni della vita, del lavoro, delle regole. Altrimenti si ha una Babele che non riesce a coordinarsi e viene sopraffatta per inefficienza dai competitori esterni.

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