COME PAGARE ORA I DEBITI DELLE P.A. ENTRO I VINCOLI DI BILANCIO

 

 

COME PAGARE ORA I DEBITI  DELLE P.A. ENTRO I VINCOLI DI BILANCIO

Agli imprenditori creditori delle pubbliche amministrazioni suggerisco di dire ai cialtroni politicanti che si possono pagare i debiti commerciali esistenti senza violare i vincoli di bilancio, e senza che lo Stato emetta moneta in proprio, violando il divieto di Maastricht, nei modi che seguono.

Sono modi di pagamento facoltativi – ossia, i creditori che non li accettano, si accodano al piano di pagamento in Euro, secondo le disponibilità di bilancio.

Primo modo: ricorrere alle monete complementari, ossia all’emissione non statale di mezzi monetari a circolazione convenzionale ed emessi senza generazione di ulteriore debito (come invece avviene quando si emette valuta legale contro debito pubblico). Anche il conio, le monetine, è emesso senza indebitamento. Si tratta di far pagare dalle varie p.a. debitrici in una moneta complementare emessa dalle stesse p.a. in consorzio-circuito tra loro e con soggetti economici privati. La moneta sarebbe spendibile entro il circuito su base contrattuale-statutaria, e potrebbe avere, in aggiunta, spontaneamente, una circolazione-accettazione fiduciaria fuori di esso. Lo Stato dovrebbe normare, certificare e legittimare questa moneta. Consiglio consorzi e circuiti non nazionali (il Nord non si fida del Sud) ma regionali o macroregionali. Per tale soluzione, consiglio di richiedere la consulenza di Pierluigi Paoletti dello Scec. Arcipelago SCEC   www.scecservice.org/ 

Lo Scec non è propriamente una moneta, ma un titolo di abbuono circolare e spendibile tra gli aderenti, e non è tassabile. Però per il pagamento dei debiti delle p.a. si potrebbe fare una vera e propria moneta. Il Trattato di Maastricht proibisce agli Stati aderenti di emettere in proprio la valuta legale, cioè avente circolazione forzosa; ma non proibisce ad alcuno, nemmeno agli enti pubblici, di emettere una moneta a circolazione convenzionale, contrattuale. Diverse soluzioni sono possibili, e sono anche state sperimentate, in Italia e ancor più all’estero.

Secondo modo: pagare in btp, come sotto descritto, con  accorgimenti per non sforare, cioè dare in pagamento btp, che non sono moneta ma sono spendibili e monetizzabili; meglio ancora offrire, in aggiunta,e come condizione per ricevere il pagamento in btp, incentivi a usare questi btp in modi funzionali a un progetto macroeconomico di lungo termine, così da innalzare il pil e restare entro il tetto del 3%. A questo medesimo fine, aggiungo una proposta per assicurare credito ai settori produttivi dell’economia, privilegiando investimenti di particolare impatto positivo sulla crescita.

 Tecnicamente, ecco la mia proposta:

 1)Offrire ai creditori delle p.a. il pagamento dei loro crediti in btp, di nuova emissione, quinquennali, a tasso da definire; i btp sono vendibili, quindi subito monetizzabili;

2)Al fine di legare questa emissione di btp al prevedibile aumento del pil da essa innescato, offrire ai medesimi incentivi per indurli a usare questi btp o i proventi della loro vendita in modi funzionali a un progetto macroeconomico di lungo termine; i modi possono essere: a)investimenti produttivi di economia reale; b)aumento del capitale sociale; gli incentivi possono essere diritti di accesso prelazionato al credito produttivo pubblico agevolato di cui sotto; accettazione dei detti btp come garanzia privilegiata da parte della banca di cui al punto 3; l’investimento per accrescere il capitale sociale è pure utile ai fini del punto 3, come in questo specificato;

3)Sempre al fine di aumentare il pil onde non sforare coi suddetti pagamenti, trasformare la Cassa depositi e prestiti in banca pubblica per prestiti all’economia reale, BER, finalizzata a procurare finanziamenti a tassi competitivi per investimenti produttivi; capitalizzarla con prestiti della BCE e con proprie emissioni obbligazionarie al 2% semestrale di interesse, garantite da cespiti pubblici (è bene aver più di una fonte di capitalizzazione e gettare le basi per una totale indipendenza creditizia dall’Europa); BER accetterà come garanzie i btp di cui al punto 2 accordando loro un trattamento di vantaggio in termini di tassi; se la BCE non accordasse il prestito o non accordasse una durata sufficiente o tassi equi, aprire un contenzioso contestando l’inadempimento degli obblighi, posti dal Trattato di Maastricht,  di eseguire politiche di convergenza a livello di economie sostanziali.

3b)la carica di presidente, consigliere, dirigente e advisor di BER è incompatibile con chi sia o sia stato socio, dirigente, consigliere, advisor in banche o assicurazioni private;

3c)premesso che BER è un ente pubblico e non è soggetta agli accordi di Basilea, aventi natura privatistica, lo statuto stabilirà i limiti massimi agli impieghi complessivi in base alla raccolta e agli indici di rischio ponderati dei vari impieghi; entro i detti limiti il Mef fisserà gli obiettivi di erogazione in via anticipata trimestralmente, tenendo conto dell’andamento dell’economia;

4)Erogare con questa BER crediti agevolati a imprese produttive con garanzie che il denaro vada impiegato in modi idonei e resti in Italia; all’uopo la BER potrà richiedere il rilascio di garanzie reali (pegni di quote o azioni della società beneficiaria; modificazioni statutarie; diritto di veto su operazioni; diritto di partecipazione al cda) o destinare il prestito a persone fisiche aventi requisiti di comprovata competenza imprenditoriale, correttezza pregressa, nazionalità e cittadinanza e residenza italiane o comunitaria; il finanziamento deve andare alla continuità di aziende già consolidate intorno a un cittadino italiano o comunitario, onde evitare che l’italiano sia usato come prestanome da operatori extracomunitari;

5)Per attrarre capitali stranieri e scudati, e comunque provenienti dall’estero, onde incrementare la liquidità nel Paese, la BER potrà erogare somme a fondo perduto, per l’acquisto e la ristrutturazione di immobili e aziende, secondo progetti pre-approvati da apposito organo pubblico, e contro il deposito presso la BER senza interessi per almeno 5 anni di pari importo in denaro fresco e libero, proveniente dall’estero da parte del beneficiario; il rimborso sarà condizionato alla regolare esecuzione dell’opera; il deposito presso la Ber sarà vincolato ad investimenti pubblici infrastrutturali di medio e lungo termine, che dovranno costituire il presupposto per invogliare gli imprenditori privati a investire e assumere.

04.04.13  Marco Della Luna

 

 

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5 risposte a COME PAGARE ORA I DEBITI DELLE P.A. ENTRO I VINCOLI DI BILANCIO

  1. seo plugin scrive:

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  2. ahfesa scrive:

    Infine permetta una modesta obiezione tecnica.
    La sua proposta va a creare due circolazioni. Quella dell`euro e quella della sua “moneta non diabolica”. Come pure circoleranno titoli sempre di stato, ma alcuni canonici con la generica garanzia di riacquisto sul secondario (a condizioni capestro) della BCE/MES e quelli emessi dalla BER garantiti da certi cespiti dello stato che a lato pratico sarebbero poi difficilmente liquidabili a prezzi non vili in caso di necessità. Ora il gioco sarebbe sempre diretto dalla BCE perchè é lei che di fatto controlla il tasso edittale ed il rendimento sul secondario dei titoli di stato “normali”. Con la conseguenza che quelli surrogati dovranno adeguarvisi e temo in senso peggiorativo per i portatori iniziali (i riscossori dei debiti pubblici) per poter essere acquistati sul secondario e/o classati presso gli investitori/risparmiatori.
    Secondariamente siamo tutti italiani e più siamo abbienti più impariamo a diffidare dei pubblici poteri, a meno che non siamo noi stessi ad inverarli. Dunque il comune operatore temo avrà sicuramente più fiducia degli strozzini di Francoforte (che finalmente i denari li fanno loro a piacere) che della ex Cassa Depositi e del tesoro che appunto da sempre i debiti o non li paga o come al caso presente li onora male.
    Legge di Gresham dunque. La moneta non diabolica ed i titoli surrettizi cacceranno dalla circolazione gli euri e forse anche i titoli di stato convenzionali che verranno tesaurizzati. Conseguenza un`ulteriore rarefazione di liquidità con le conseguenze che già sappiamo.
    No lo strozzino va denunciato e non pagato prima che ti porti via tutto, non imbrogliato con sistemi per altro facilmente individuabili e che una volta scoperti portano a rappresaglie ancora più brutali.

  3. ahfesa scrive:

    Caro avvocato sto leggendo il suo Cimiteuro e vedo che i matti sono almeno due avendo io identiche vedute sulle spaventose conseguenze del sistema Euro & Politiche Collegate. Temo pure che analoghe riserve avranno (ma non esprimono per paura o ignoranza) anche i molti altri che cominciano a provare sulla loro pelle il piacere di “essere e restare in Europa e di cedere sovranità”. Tanto che per alcuni la gioia é così incontenibile che si suicidano. Ma non si deve cadere nella stessa capziosità di Grillo. Egli difatti ha preso il 25% dei voti mal contati semplicemente perchè rendeva pubbliche nelle piazze quelle vergogne che i capi nei palazzi cercano di occultare e mistificare. Ma ottenuti i seggi manca appunto un reale programma per rimediare nei fatti ai guasti correnti. E soprattutto la forza e la competenza per attuarlo.
    Ed ahimé cotale debolezza vedo anche nelle sue proposte, lodevoli, condivisibili in principio, ma destinate per mancanza di forza a restare desideri.
    In sintesi basta solo dire che il fondamento del potere assoluto ed arbitrario dei pochissimi che controllano mercati, politica e finanza risiede nella BCE/MES che é a sua volta strettamente controllata. E la radice della forza cogente della BCE altro non é che il diritto esclusivo di battere moneta a corso legale e forzoso negli stati sudditi. Come pure di controllare rigidamente l`allocazione e la quantità della stessa moneta che divenne così lo strumento fisico dell`oppressione. Gli austriaci gli spagnoli ed i francesi da noi ai bei tempi usavano il capestro, i nuovi padroni apolidi e nascosti usano l`euro. Con analoghi risultati poichè siamo una oramai una colonia. E le sole colonie che sono diventate ricche e felici sono quelle che si sono nella sostanza affrancate dai colonizzatori. Ecco dunque che é pia illusione che le autorità europee ci permettano di creare qualsiasi forma di moneta che nella sostanza vada a sostituire l`euro. Come pure che ci autorizzino ad emettere qualsiasi tipo di debito pubblico o surrogato che loro non controllino o classino a loro convenienza. No avvocato, il solo modo per uscire dal presente disastro é la ribellione civile, ovvero che chi deve pagare smetta di farlo e fermando tutto il perverso meccanismo ne provochi il dissolvimento. Difatti gli arroganti europadroni sono dei giganti coi piedi di argilla o delle tigri di carta come diceva quel tal signore del libretto rosso. Tutto il loro potere si basa su debiti, carta igienica da loro gabellata come oro. Tanto che anche la crisi di di microscopiche economie suddite li terrorizza facendoli ricorrere a provvedimenti sempre più duri e demenziali. E basta che un solo stato anche piccolissimo si liberi dal giogo e tutto il castello immediatamente crollerà in capo a chi l`ha costruito.
    Temo che la nostra libertà (sempre relativa) risieda solo nel cacciare i colonizzatori materialmente, come hanno fatto i nostri bisnonni 150 anni fa.

  4. Federico scrive:

    Buona sera Marco. Molto interessante la tua proposta (come sempre). Lo SCEC potrebbe essere utilizzato subito, è già presente ed operativo sul territorio e non …costerebbe nulla la sua applicazione. Anche la BER, come banca statale, è interessante. Voleo precisare una cosa (di stretta attualità in questi giorni): l’assoluta bugia che si sta dicendo circa “il pagamento dei debiti che la P.A. ha – meglio dovrebbe avere – verso le imprese”. Chi opera nella PA (come me) sa bene che questo NOn è vero. Non ci sono debiti non pagati dalla PA verso le imprese. Nel senso che se un Comune, per esempio, avvia un lavoro pubblico (una fognatura o una strada o una scuola) ha sempre – per previsione di legge – la copertura finanziaria. NON può appaltare in assenza di tale copertura. Quindi di quali debiti si parla? Non esistono debiti verso privati NON coperti finanziariamente. Se così fosse ci troveremmo davanti a degli illeciti amministrativi (affidamento di appalto senza copertura) e davanti all’ipotesi di “danno erarriale” perseguibile, quindi, d’Ufficio dalle Corti dei Conti competenti. Ma allora dobbiamo pensare che il Governo si appresti a “sanare” illeciti per 40 miliardi??? E le Corti dei Conti ? Eppoi se al mio Comune lo stato desse, per ipotesi, 500.000 Euro che cosa me ne dovrei fare? Li dovrei tenere in cassa in quanto non saprei che cosa pagare (se ho fatto tutto secondo le leggi, ovviamente). I Comuni sono con le casse piene, oggi, aprile 2013 e NON possono spendere per il limite – assurdo – imposto dal rispetto dei saldi di competenza “mista”. Non ci manca liquidità, anzi. Non è che si vuole gettare discredito sulla PA, in genere, dicendo che …è tutta colpa loro, della crisi??
    Federico Varutti

  5. ilBuonPeppe scrive:

    “Per attrarre capitali stranieri”
    E perché mai dovremmo attrarre capitali stranieri? Per aumentare ulteriormente il nostro debito (prevalentemente privato) che è causa della crisi?

    I debiti delle pubbliche amministrazioni possono essere pagati (lo scrivevo un anno fa) in modo semplice e veloce con una azione simile a quella che dici tu, ma con alcune differenze:
    Emissione di BIT, buoni infruttiferi del tesoro:
    – al portatore
    – accettati da chiunque sul territorio nazionale, incluse le amministrazioni pubbliche
    – non sono quotati in borsa
    – non possono circolare fuori dall’Italia
    Funzionano quindi esattamente come il contante, non aumentano il debito pubblico perché rappresentano un debito già esistente, e non ne producono di nuovo perché infruttiferi; inoltre non essendo quotati non consentono speculazioni; quanto all’inflazione, trattandosi di titoli emessi a fronte di beni e servizi già erogati, non dovrebbe subire incrementi significativi; infine, trattandosi di titoli rappresentativi di debito (come BOT e BTP) non costituiscono emissione di moneta e non impattano quindi con le regole dell’Euro.
    La liquidità prodotta andrà immediatamente a beneficiare chi vanta crediti verso la pubblica amministrazione e non riesce ad incassarli, e una parte rientrerà velocemente per i debiti che cittadini ed imprese hanno a loro volta verso lo Stato. La parte che invece è relativa a prestiti accesi con gli istituti finanziari permetterà di rimettere in movimento risorse oggi congelate.
    http://www.pleonastico.it/modules/news/article.php?storyid=247

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