SOLDI DA USURA, EVASIONE E RICICLAGGIO
Vi sono ambiti di attività economica da cui un governo con un minimo di buona fede potrebbe recuperare decine di miliardi senza tassare la gente né privarla di ulteriori servizi, e insieme combattendo il crimine organizzato.
Usura e riciclaggio si concentrano laddove esistono attività legali che consentono il maneggio di molto denaro contante, come benzinai, agenzie di money transfer, e sale-gioco inclusi i pubblici esercizi in cui operano slot machines. Nelle sale gioco e con le slot machines, contro l’usura e il riciclaggio, dovrebbe essere proibito l’uso del contante e imposto l’uso di carte di credito o debito nominative, assieme all’identificazione personale dell’utente effettivo (per impedire che si usino carte altrui).
Vi faccio notare che le agenzie di money transfer sono esentate dall’obbligo di fatturazione-scontrinazione fiscale e si servono di servers ubicati fuori d’Italia, sicché le loro transazioni non sono tracciabili. Sarebbe opportuno imporre l’obbligo di fatturazione/scontrinazione fiscale, con identificazione-registrazione del cl iente, a tutte le agenzie e società di tipo finanziario e che, in ogni caso, mandano denaro all’estero per conto di terzi, perché altrimenti si lascia un portone spalancato per il lavaggio di denaro sporco, l’evasione fiscale, i pagamenti in nero, e le rimesse di lavoratori immigrati non regolari. Analoghi adempimenti vanno imposti a Paypal, che movimenta denari di residenti italiani con posizione fiscale off shore.
Mettere insieme la mappatura dei soldi che vanno all’estero per rimesse degli immigrati (cioè che vengono tolti dall’Italia in una fase in cui questa soffre di anemia monetaria), più i costi sanitari, assistenziali, previdenziali, scolastici e criminali-carcerari degli immigrati, sarebbe una bella banca-dati per un approccio razionale al problema dell’an, del quantum e del quomodo dell’immigrazione.
Vi faccio ancora notare che il settore finanziario in esame (money transfer,usura, riciclaggio) è fortemente collegato alle cooperative onlus, molte delle quali sono molto usate per pagamenti in nero (anche di tangenti politiche) e riciclaggio (droga, prostituzione, lavoro nero) (io dono alla onlus 100 con bonifico o assegno, la onlus mi ritorna in contante 50), nonché per evasione tributaria e previdenziale. Questo uso è possibile perché esse, di fatto se non anche di diritto, non sono sottoposte a veri controlli fiscali, contabili e sui movimenti bancari (hanno solo un sistema di controlli pro-forma interno alle associazioni cooperativistiche), quindi nemmeno sui loro ricavi/uscite-profitti. Per tutta questa massa di introiti e profitti grigi o neri, il money tranfer è una comoda via di lavaggio, che può essere bloccata con i provvedimenti qui suggeriti. Bisogna però, oltre a questo, imporre alle coop e onlus obblighi di bilancio e audit identici a quelli per le imprese.Ovviamente, questi controlli danneggerebbero molto l’affarismo partitico e “religioso” che ruota intorno a queste cooperative e all’immigrazione..
Suggerisco di introdurre per gli intermediari finanziari l’obbligo (ottemperabile mediante opportune centrali informatiche) di verificare, tramite incrocio e collegamento diretto con le banche-dati degli istituti previdenziali e le CCIAA, quando qualcuno si presenta a fare un versamento in contante, la sua posizione assicurativa Inps (o altro) ovvero Iva (se autonomo), per accertare che abbia una posizione reddituale legale in Italia; nonché di identificarlo controllando la sua carta di identità o il suo passaporto e consultando l’ente pubblico che ha emesso il detto documento, sempre via collegamento diretto con le banche dati della p.a. Si potrebbe, per superare il problema dei falsi documenti, introdurre un riconoscimento delle impronte digitali o dell’iride.
Qualche ulteriore metodo pratico, rapido e computerizzabile per individuare probabili evasori:
Controllare i codici fiscali e le partite iva e le dichiarazioni dei redditi di tutti coloro che fanno inserzioni sui giornali o in tv offrendo servizi (se ne leggono migliaia). Molti di loro, so per certo, non hanno partita iva e non sono iscritti alla Camera di Commercio. Si potrebbe richiedere ai giornali e alle tv che li ospitano di fornirne l’elenco con generalità e dati fiscali.
Controllare, con riferimento ai dati di nascita, tutti quelli che hanno due o più prenomi all’anagrafe: possono aver ottenuto più di un codice fiscale, e usarli per scopi evasivi. Analogo discorso per l’omocodia, che pure viene usata per evadere. E per la individuazione di coloro (e ci sono!!!) che si sono, solitamente con l’aiuto di pubblici funzionari, creati doppi o tripli codici fiscali, giocando sulle regole per la formazione del CF alfanumerico.
Per fare questo controllo, bisogna incrociare i datti tra anagrafe dei comuni e anagrafe dei CF presso l’Agenzia delle Entrate. Questa potrebbe chiedere ai vari comuni di confermare le date di nascita (e l’effettiva nascita, e l’esistenza in vita) dei soggetti abbinati ai vari CF assegnati dall’Agenzia.
Questo controllo va fatto anche per il pregresso.
Ancora:
Controllare tutti coloro che hanno, in tempi ristretti, costituito o ceduto più volte aziende, società, quote societarie: spesso lo hanno fatto a scopo di elusione/evasione/frode.
E’ nei modi suaccennati, nongià proibendo o limitando l’uso del contante o con inique presunzioni di redditi, che si contrastano evasione-usura-riciclaggio. Ditelo a Padoan e Renzi. Non è un caso che l'”Europa” non ci chieda mai di fare queste riforme, ma solo un rigore controproducente da dieci anni, che ci impedisce persino di chiudere i buchi nelle strade con i soldi disponibili in bilancio. All'”Europa” serve un’Italia in ginocchio. Questa ne è un’ennesima prova.
11.03.14 Marco Della Luna