LA CASTA VIVE, L’ITALIA MARCISCE

FINCHE’ LA CASTA VIVE, L’ITALIA MARCISCE

Il Mose di Venezia, la ricostruzione dell’Aquila, l’Expo di Milano, il villaggio della Maddalena, il sistema Sesto (San Giovanni), gli scandali della protezione civile, le mangerie sulla sanità e sui rifiuti nel meridione e nel Lazio, le ruberie sulla TAV e le porcate nei consigli regionali di mezza Italia (tutti quelli su cui si indaga), gli sprechi osceni nei palazzi delle istituzioni siciliane, tutto questo mostra che gli apparati dei partiti politici e della burocrazia sono strutturalmente dediti a queste cose, che la politica e l’amministrazione vivono di questo, che la spesa pubblica viene progettata allo scopo di arrivare a questo tipo di profitti in associazione all’imprenditoria privata.

La partitocrazia equivale alla mafia: controllo di territorio, lavoro, istituzioni, spesa pubblica

L’apparato di un grande partito, nelle sue zone di dominio, prende il controllo dei poteri pubblici (enti locali, uffici territoriali dell’amministrazione centrale, organi di controllo), degli appalti, dei concorsi, delle assunzioni, delle licenze, dei media, della scuola… non lascia spazio alla concorrenza economica, politica, culturale. Per questo può mangiare tanto e, perlopiù, impunemente, senza contrasto. Si comporta esattamente come la mafia. O come certe erbe coprenti per giardino, ad esempio la dicondra repens, che ho seminato nel mio: strisciando, forma un tessuto di radici molto compatto, che soffoca e scaccia le altre erbe, e ti dà un bel prato uniforme. Non occorre tosarlo, però devi innaffiarlo frequentemente.

 Inevitabile quindi che le medesime opere pubbliche costino in Italia il doppio o il triplo di altrove in termini sia di denaro che di tempo. E che le opere e i servizi pubblici siano molto più scadenti e inefficaci e mal concepiti. E che non ci sia alcun miglioramento in tutto ciò, nemmeno dopo la gonfiata epopea di Mani Pulite.

È parimenti assurdo, irrazionale, infantile credere che questo o quell’uomo politico possa risanare e voglia salvare il Paese: qualsiasi premier, qualsiasi statista politico poggia per il potere e per la fiducia in Parlamento su quegli apparati di partito e di burocrazia, che non lo appoggerebbero se egli impedisse i loro traffici. E un’organizzazione politica che non si adeguasse alla affarismo generalizzato, non riuscirebbe ad affermarsi nell’agone politico.

Irrazionale è anche pensare che la magistratura di un cosiffatto paese possa risanare il  sistema:

Primo, il potere giudiziario per sua natura agisce sui casi singoli e sulle colpe individuali, non sul sistema; e agisce in via punitiva, non preventiva.

Secondo: come andavano le cose si sapeva anche prima di Tangentopoli, si sapeva anche prima degli ultimi scandali, e complessivamente la giustizia non si muoveva; si è mossa solo nel ’92 a seguito del Britannia Party, quando si trattò di arrivare ad altri scopi, soprattutto coprire operazioni di svendita del Paese.

Terzo: se un sistema-paese ha determinate caratteristiche nel complesso, il suo apparato giudiziario non può essere molto diverso. Infatti, nell’affare Mose emergono coperture di magistrati corrotti, e Massimo Cacciari, all’indomani degli arresti di Venezia, ha narrato pubblicamente di aver a suo tempo presentato un dossier su questo scandalo del mosse in una pubblica seduta della Corte dei Conti, senza raccogliere interesse. E un giudice di questa Corte ha denunciato di aver redatto un rapporto sulle mangerie del Mose già nel 2009, ma di essere stato semi-silenziato da un superiore e dalla stessa struttura istituzionale.

Chi presenta lo Stato-apparato come custode o garante o, peggio, fonte della legalità, è un ciarlatano. Lo Stato-apparato è il contrario, è la buro-partitocrazia.

D’altronde, si vede continuamente che anche i condannati per reati amministrativi dopo un poco e escono e ricominciano. Gli uomini della casta si riciclano sempre tra di loro, e
smettono solo se muoiono, questa è la verità constatabile nei fatti. I compagni G non li fermi con l’interdizione dalle attività pubbliche,  ma solo rinchiudendoli a vita o uccidendoli, perché agiscono sott’acqua e non hanno bisogno di assumere cariche pubbliche.
Finché vivranno questi uomini, circa 400.000 secondo il libro La Casta, circa 1.000.000 secondo altri,  l’Italia continuerà a declinare e non inizierà alcun risanamento. Siccome è impossibile e improponibile eliminarli fisicamente, come fecero i francesi nella loro rivoluzione per liberarsi della loro casta parassitaria, non resta che emigrare, oppure rassegnarsi e adattarsi. I moralizzatori senza spada sono controproducenti, fan perdere tempo, finiscono per rafforzare l’esistente – mi sentite, Grillini?

Torniamo al Mose di Venezia. Adesso è stato scoperto il sistema delle tangenti
nell’esecuzione dei lavori. Ma questo, l’esecuzione, è solo il livello più superficiale.

I livelli sottostanti sono molto più interessanti.

Perché non andare a indagare anche la controversa scelta del tipo di soluzione da dare al problema dell’acqua alta? Si sa che la soluzione scelta col Mose fu e resta molto
controversa sia in quanto alla idoneità, sia in quanto ai suoi scopi.

Mio padre Gabriele, ingegnere idraulico, uno dei massimi esperti
in materia, al tempo delle fatidiche decisioni mi descriveva queste perplessità. Purtroppo sono passati decenni e non ricordo dettagliatamente le sue spiegazioni tecniche. Si sapeva che la stessa analisi del problema era viziata da una impostazione arbitraria, strumentale, che nasconde le vere cause dell’acqua alta, cioè l’ampliamento delle bocche di porto e il
restringimento del bacino lagunare.  L’analisi la soluzione, cioè il Mose, si sapeva che erano sbagliate, ma venivano portate avanti legittimate per affarismo. A scopo di spartizione. Così  mi spiegava. L’apparato dello Stato lo sapeva, ma andava bene che
si continuasse a questo modo. L’opera pubblica era un modo per
arricchirsi privatamente, non per servire la cosa pubblica. Il consenso politico,
il potere politico, si basavano su questo e si basano ancora su questo… Altra gente quindi dovrebbe finire agli arresti, altri livelli, anche tecnici e sedicenti scienziati.

Cose analoghe erano avvenute col Vajont., dove si sapeva che il Monte Toc sarebbe franato nell’invaso e avrebbe causato quel che poi avvenne, ma si decise di continuare per affarismo. E con Stava. E ora avvengono con la Tav, opera superata, inutile e nociva anche ai fini commerciali che dovrebbe servire, ma insuperata per gli affari – dunque anche per la partitocrazia.

Ma perché fermarsi al Mose? Perché non indagare tutte le scellerate scelte in
materia di tutela del territorio? Le scelte di cementificazione ed edificazione basate sul falso assunto che le precipitazioni sarebbero scemate negli anni e che quindi non vi sarebbero più state inondazioni e allagamenti? Quelle scelte, i cui autori hanno nomi e cognomi e mio padre li conosceva, hanno causato e causeranno, oltre a decine di morti, miliardi di danni collettivi e profitti privati. Non rivederle, non correggerle, quando è apparso palese che le precipitazioni calavano sì, su base annua, ma si concentravano nel tempo, quindi divenivano più pericolose, è stato ed è un crimine. Dr. Nordio, di grazia, indaghi anche questo – Glielo chiede il sangue delle vittime e quello dei contribuenti.

E perché limitarsi al settore idrogeologico, perché non indagare penalmente la scelta di non avvalersi dell’articolo 123 del Trattato sull’Unione Europea che consente agli Stati di finanziarsi attraverso una banca pubblica direttamente alla banca centrale
europea, così che l’Italia pagherebbe interessi dello 0,25 o 0,15 % anziché
del 5% sul debito pubblico, risparmiando 80 miliardi l’anno? Non è anche questa una scelta meritevole di indagine penale? E altre scelte, parimenti distruttive per il paese, non sono altrettanto meritevoli di attenzione investigativa? Mi riferisco alla scelta di prelevare 57 miliardi con le tasse dagli italiani già colpiti dalla recessione solo per darle ai
banchieri predoni francesi e tedeschi onde assicurare i loro profitti
nei prestiti fraudolentemente da loro concessi a Grecia Spagna e Portogallo? Perché non indagare i cancellieri europei che hanno premuto in tal senso, forse ricattando e limitando nella loro libertà le nostre istituzioni, appoggiati dai banchieri e dalle società di rating?

Perché non aprire un fascicolo sull’imposizione all’Italia dell’Euro, che si sapeva, tecnicamente, che avrebbe causato ciò che ha poi causato, perché si era già visto con lo SME,  perché molti economisti di vaglia l’avevano predetto e perché gli effetti del blocco dei cambi erano descritti nei libri di testo?

Perché non indagare ed eventualmente perseguire come creato scelte quali quella di dare l’indipendenza dallo Stato alla Banca d’Italia, scelta che ha raddoppiato in pochi mesi il debito pubblico sul Pil, sul prodotto interno lordo?

La politica italiana degli ultimi decenni è piena di simili scelte distruttive per il paese e lucrative per determinati soggetti finanziari, lucrative in termini sia di denaro
che di potere. Perché non indagare se costituiscano crimini contro gli
interessi nazionali? Alto tradimento? Attentato alla sovranità e indipendenza nazionali mediante violenza economico-finanziaria sulla popolazione e l’economia del Paese?

Perché non indagare, rovistando innanzitutto nei circuiti di compensazione bancaria semi-segreti (Clearstream, Euroclear e Swift) se i nostri politici, ministri, altri statisti, oltre a prendere soldi dalle grandi imprese per i grandi appalti, hanno preso soldi o altre utilità da finanzieri o statisti stranieri per fare quelle operazioni disastrose e che si poteva prevedere che avrebbero causato disastri per l’Italia e vantaggi per quei determinati soggetti?

Forse agli italiani non interessa nulla di ciò che riguarda la sfera della legalità e della moralità, e accettano che i loro governanti siano sleali e traditori.

Oggi riscuote successo e riscuote consenso un personaggio che ha  pugnalato alle spalle il suo compagno di partito allora premier dicendoli di stare tranquillo, che non gli avrebbe tolto Palazzo Chigi. Un personaggio che ha violato la promessa fatta pochi giorni prima alla nazione dicendo che non avrebbe accettato il premierato se non passando per le urne. In altri paesi un uomo così non sarebbe stato proponibile in politica. Davvero buone credenziali, per un moralizzatore! Con che coraggio si è presentato, dopo di questo, agli elettori, e con che faccia si presenta ora a presiedere l’Unione Europea?
Ma forse proprio quelle caratteristiche del novello statista sono ciò in cui
moltissimi italiani si identificano, si riconoscono, ciò in cui vedono grandi capacità, il contrassegno dell’uomo del destino italiano.

I poteri che lo hanno scelto, che lo hanno elevato da una condizione di sindaco di una città di medie dimensioni a candidato premier, che gli hanno dato tutto il possibile appoggio tv pubblico, hanno quindi scelto in modo molto oculato, ben conoscendo la psicologia nazionale, sapendo che gli italiani non avrebbero rifiutato un così fatto profilo ma anzi ne sarebbero stati entusiasti. Al punto di non andare a vedere se la mancia degli € 80 sarebbe loro costata molto di più in termini di maggiori tasse e tagli di servizi. Di non
badare al fatto che il novello premier non ha una strategia macroeconomica per rimediare alla situazione complessiva. Che la disoccupazione, la domanda interna, gli investimenti, il debito pubblico continuano a peggiorare senza indicazioni di miglioramento. Che tutto ciò che il governo fa è autofinanziarsi prendendo i soldi del risparmio degli italiani per
ridistribuirli senza creare nuove fonti di reddito al paese. Che l’apparato del partito pigliatutto ha una storia analoga a quella degli altri partiti di potere e spesa pubblica, e che non ha chiarito come i suoi uomini hanno gestito o lasciato gestire il Monte dei Paschi di Siena, saccheggiato di oltre 10 miliardi.

Tutto ciò non impedisce al novello statista di dichiarare, con la massima e più virginale serietà di espressione, che, se fosse per lui, condannerebbe per alto tradimento tutti i pubblici funzionari e amministratori che si lascino corrompere.

Davvero il personaggio giusto, per ridare la moralità alla Repubblica!

Il titolare delle indagini sul Mose, dr Carlo Nordio, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, pubblicò nel 1997 un importante saggio, Giustizia, che io citai nel mio Le chiavi del Potere (2003), scrivendo: “dalle famose indagini sulla corruzione politica e amministrativa in Italia è affiorato – dice il dr. Nordio… … – che le tangenti si distribuivano secondo una proporzione costante tra i partiti politici: 40% – 40% – 20%. La Dc e il Psi (40% e 20% rispettivamente) si sono sciolti sotto i colpi degli scandali, delle indagini, delle inchieste. Il Pci, ora Pds, beneficiario dell’altro 40%, secondo l’illustre Autore, è invece andato al governo dopo 50 anni di opposizione. L’Associazione Nazionale Magistrati, dopo l’uscita del libro Giustizia, in cui il dr. Nordio si permetteva alcune benevole e mitigatissime critiche alle lobbies dei suoi colleghi, e ai parteggiamenti filocomunisti di certuni, attaccò il dr. Nordio con toni e contenuti molto preoccupanti, che io trovai esagerati e sorprendentemente minacciosi per un Paese in cui vige libertà di espressione.”

06.06.14 Marco Della Luna

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8 risposte a LA CASTA VIVE, L’ITALIA MARCISCE

  1. Toni scrive:

    Sarebbe ora di capire che abbiamo bisogno di un sistema RIGIDO che separi i DOVERI dei vari Ministeri abbinati con le rispettive industrie.
    Al diavolo con questi SUB-APPALTI pilotati per costruire e mantenere le infrastrutture e i servizi pubblici.
    Ed è ora di scriverle -nero su bianco- dettagliatamente in una VERA Costituzione che nessuno potrà alterare con una falsa LEGGE a doppio taglio.
    La soluzione proposta da Giacinto Auriti è l’unica scelta intelligente che ci rimane.
    Non fatela morire in questo buco nero mondiale.

  2. ahfesa scrive:

    Sempre in tema e sempre più divertente.

    Si fa la riforma della P.A. Ovviamente sulla carta e tutta in teoria, poi che questo si traduca in un migliormento pratico per gli straconcussi cittadini é un futurissimo da vedere. Anche perchè i pezzi da novanta son sempre quelli.

    Invece a fronte di una miglioria incerta e probabilmente fasulla (come anche la sbandierata anticorruzione del novello Superman Cantone, ci vuol, altro!) c`é la solita tassa vera e reale: aumenta del 12% (dieci volte la famosa inflazione) il bollo auto. E questa state sicuri é una cosa che si pagherà subito e mica in teoria alla faccia della riduzione del carico fiscale.

    Come, si fa la riforma per risparmiare ed invece di ridurre conseguentemente le imposte (coi risparmi) si mettono nuove tasse? Davvero una ogica stringente. Esattamente quella delle facce al posto dei sederi.

    Sarebbe tutta da ridere se non fossimo sempre noi a pagare. Difatti ai politici ed amici degli amici la macchina gliela dà lo stato, sempre a nostre spese tanto per cambiare.

  3. ahfesa scrive:

    Caro avvocato,

    e sempre più satolli lettori, non vi ho magari annoiato con le mie esternazioni, poichè ero professionalmente impegnato, come miligliaia di sciagurati colleghi, nella risoluzione del divertente rebus combinato detto TASI-IMU. Esso come sappiamo si chiama « imposta unitaria » che però é una e quattro contemporaneamente superando anche il fideistico dogma del mistero della trinità. Insomma i nostri tassatori hanno superato gli agiografi biblici, gli evangelisti e Bartezzaghi messi assieme. E tanto bene hanno fatto che neppure loro stessi conoscono oramai più la soluzione del rebus. Meglio : così il popolo bue pagherà di più, appunto perchè doveva pagar meno (altro divertente mistero) ed anche pagherà la multa come vile evasore, perchè di sicuro molti sbaglieranno con gioia e sollazzo dei soliti punitori inflessibili.
    E solo da questa semplice lagnanza si vede l`abisso in cui siamo precipitati. I nostri capi (scusate) oramai non hanno più il sedere al posto della faccia, bensì la faccia al posto del sedere, con tutte le conseguenze del caso. E difatti non solo agiscono posteriormente, non avendo oramai più il coraggio di star di fronte ai loro elettori stracornuti, se non difesi da poliziotti e finanzieri, ma pure il prodotto delle loro deiezioni é molto discosto da quello della bocca e del viso, anche se pure poco collegato ad un modesto cervello.
    L`avvocato ci propone una lunga e neppure esaustiva lista dei guasti che i nostri capi hanno prodotto. Ma occorre non dimenticare che siamo noi che li abbiamo voluti, li abbiamo nominati, li abbiamo viziati e – credendo di essere dei portenti di acutezza – gli abbiamo permesso di far quel cha ora ci sembra la fine del nostro mondo. Eh sì ! Se i sigg Craxi, Pomicino, Forlani, Andreotti, De Mita e via discorrendo invece che farli potentissimi ministri li avessimo messi in galera (dico quella vera dove c`é il remo e la catena al banco) oggi molto sarebbe differente. E certi cosi come il Berlusconi fino al Renzi, farebbero un serio, magari faticoso e subalterno ed onesto lavoro e non avrebbero scassato il nostro paese. Operazione che ci stiamo accorgendo ha pure depredato i nostri beni privati. Difatti il popolo bue credeva di poter fregarsene dei ladrocini di stato, illudendosi che eroi del calibro dei banditi cui sopra rubassero « cose di altri » e non i nostri sudati averi. Arrivati al dunque, mercé evidente tradimento, non solo abbiamo perso i nostri avreri e modesti servizi sociali, puniti da imposte, requisizioni, trattati capestro (che adesso si chiamano « compiti a casa), ma abbiamo anche perso le nostre libertà civili divenendo di fatto schiavi alla mercè di sfruttatori stranieri e criminali legalizzati nostrani.
    Con un`aggravante ulteriore : i criminali che ci governano possono autoriciclarsi ancora per lungo tempo, godendo del sostegno di una pletora di « cittadini » che vivono di sicumere, sottoccupazioni, lavori inutili, impieghi parassitari, gestioni chiaramente inutili e costosissime. Basta guardare il telegiornale e non solo il TG 3 che tanto mi piace, per vedere a contorno dei nostri sempre più lustri, curati, eleganti ed ingioiellati capi e capesse pure in abiti (firmati) succinti, o in pose efebiche, tutta una miriade di servitori, poliziotti, commessi, portaborse, fancazzisti, amanti in uso e passate/i, giornalisti pennivendoli ossequienti, gorilla con facce da idioti, i quali certamente percepiscono salari adeguati, pagati da noi, e perfettamente inutili, di fatto non servendo assolutamente a niente. Tanto che i capi (quelli veri che comandano sul serio) si circondano di loro mercenari e faccendieri privati (ma sempre pagati coi nostri soldi) perchè di sicuro non si fidano affatto dei buffoni svergognati che li circondano e riveriscono.
    Concordo con l`avvocato nel dire che « i nuovi » che ci vengono ammanniti sono fantocci pure comodi al regime, tipo campionato alla Moggi, dove anche la stracornuta Inter di Moratti serviva allo scopo, illudendo il popolo bue sull`esito – invece già deciso – della competizione. Invece credo (anche se temo io non vivrò abbastanza per vedere) che solo un generale rifiuto di obbedienza civile e fiscale di noi sfruttati senza potere e diritti possa dare soluzione alla nostra sempre più dura schiavitù. Come in certi quaritieri di certe città dove né la polizia né la finanza vanno a far prepotenze, sapendo che in un attimo la gente li prende a sassate se non peggio. E difatti questa gente anche se magari criminale vive e prospera, noi invece siamo ogni giorno sempre di più strangolati.

    • Enrico scrive:

      La vita dei criminali non e’ cambiata ,anzi sta guadagnando qualche punto in più che aveva perso negli anni addietro e state certi che ben presto se ne accorgeranno anche i più ingenui ,già si intravedono i primi segnali di prepotenza che stanno riaffiorando , così la classe Media sarà posta tra due fuochi Mafiosi ,quello istituzionale e quello chiamato impropriamente Antistato ancora peggio di prima , ovviamente i più deboli soccomberanno prima .

  4. Entelechion scrive:

    In Italia mai mancò, né mai mancherà, materia per i cahiers de doléances. Però mancherà una presa della Bastiglia, come fa fede l’ultimo giullare, Grillo, il quale sempre conclude in una “bella festa” le sue piazzate folkloriche… un tale il cui programma non in altro consiste che nel “mandarli tutti (gli altri) a casa” , ma finora è riuscito a mandare a casa solo il Nano di Arcore, grazie al voto consociato di random- parlamentari, rispetto ai quali un Totò Riina comparirebbe come un maestro di moralità… un tale manipolato da un ambiguissimo e misterioso “guru” che indossa spesso, davanti alle telecamere (oh finesse!) un cappellino da baseball o giù di lì. –
    – Ma Lei si immagina il probabile immediato destino di qualche manipolo di sfigati che, da posizione istituzionale, si mettessero, in sto paese, a far le pulci su questo e quello, a denunciare, a indagare ecc?…
    – Si reggesse davvero il sistema della pappa sulla base di un milione di corrotti-doc, rappresenterebbero pur sempre un sessantesimo della popolazione, cioè un’enormità, in considerazione del potere che l’attuale info-telematica è in grado di concentrare nelle loro mani. Gli altri cinquantanove/sessantesimi sono poveri italiotelli che leccano e lingono. Quale paese d’Europa può vantare percentuali simili?

  5. Giovanni V. scrive:

    Rifondazione Universitaria? Eh, eh… io ci starei, ma come fare?

    Mi sembra un pò come per il Signoraggio…se non fai parte del giro giusto (Mafia, Massoneria etc..:) sei OUT, a prescindere dai titoli di studio e dalla cultura che hai!

    Purtroppo viviamo in una crony economy….

    Una cosa che un Governo veramente liberale potrebbe però fare potrebbe essere quella di abolire il valore legale della laurea: in tal caso molte (finte) Università, specie nel centrosud, sparirebbero dalla circolazione in un baleno, perché rimarrebbero sulla piazza solo quelle veramente formative…. è d’accordo Avvocato?

    Ad ogni campagna elettorale qualcuno avanza sempre questa proposta, che poi magicamente sparisce una volta che si forma il Governo…anche Grillo non mi sembra l’abbia mai proposta!

    Diciamo che anche la lobby dei professori universitari è molto potente in questo paese.

    Ma la Magistratura perché non indaga in questo ambito? Autoreferenzialità….giusto?

    Detto questo…. che ne pensa Avvocato di “Bitcoin”?

    C’è chi dice che dia molto fastidio ai gra$$i banchieri perché aggirerebbe il trucco della Riserva Frazionaria…

    E infatti è stata recentemente più volte attaccata da diversi hackers, probabilmente al soldo dei soliti noti…

    Sarebbe bello se scrivesse un articolo su questo, magari insieme a quest’altra ruberia bancaria di cui nessuno parla:

    http://sviluppo.signoraggio.it/lalbero-della-cuccagna-delle-carte-di-credito-utili-incredibili-per-le-banche-che-paghiamo-noi

    Non sarebbe il caso di introdurre pure questa tassa occulta nel calcolo del tasso di inflazione?

    Hanno messo lucciole e droga nel PIL, non vedo perché non considerare anche questa imposta occulta a carico degli ignari e ingenui consumatori (non solo italiani, a quanto pare….).

    E’ d’accordo Avvocato?

  6. Giovanni V scrive:

    Il bello è che per anni una delle principali giustificazioni inventate dalla Casta per tenere in piedi il baraccone del FINANZIAMENTO PUBBLICO ai PARTITI è stata quella di dire che esso rappresentava uno scudo contro la corruzione, perché tolto di mezzo il danaro pubblico i partiti sarebbero stati costretti a rubare o a farsi comandare dalle Lobbies stile US per poter sopravvivere.

    Uno dei grandi moralizzatori a capo di Mani Pulite via Britannia Party, entrò anni fa in politica per fare pulizia, ma poi cosa ha fatto? Si è comprato una serie di case, adibendole a sede del partito, diventando proprietario delle stesse con i soldi pubblici, ovviamente.

    Questo signore è stato per anni il principale moralizzatore italiano a cui i grillini hanno dato il loro voto e se facevi notare lo sgarro nel blog di GRILLO ti bannavano all’istante; e se poi insistevi, allora ti bloccavano l’account, per impedire che troppi occhi leggessero il misfatto del loro “guru”.

    L’ideatore e fondatore del M5S, nonché editore di Beppe Grillo e azionista della Gazzetta delle Procura IL FATTO QUOTIDIANO, è stato per anni responsabile della comunicazione in rete dell’IDV, incassando la bellezza di 400.000 euro all’anno: danaro pubblico, ovviamente.
    Eppure, poco tempo dopo, ha creato un movimento che ha fatto della lotta al finanziamento pubblico uno dei suoi cavalli di battaglia, rinunciando a milioni di euro, a differenza degli altri partiti, PD in testa.

    Questo per dire che di veri moralizzatori in Italia ce ne sono davvero pochi…. direi anzi quasi nessuno!

    Anche qui anni fa ci fu un referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti che passò tranquillamente il quorum ma come al solito è stato disatteso dalla Casta: quindi a che serve votare? A nada!

    Gli italiani, salvo rare eccezioni, sono un popolo di ebeti, raccomandati e corruttori, oltre che di truffatori, altrimenti non avremmo un 35% di economia sommersa e un livello di evasione fiscale tra i più alti in Europa: ovvio che non si scandalizzino più di tanto.

    Non a caso siamo il paese in cui i figli e le figlie fanno nella maggior parte dei casi lo stesso lavoro dei genitori, persino nel Pubblico: anche questa è corruzione.

    Ma se leggessero un report come questo, forse non sarebbero solo i grillini a scandalizzarsi (a proposito, ma incassare 70 milioni di vecchie lire ad ogni spettacolo teatrale ma dichiararne al fisco solo 10, non è anche qusto rubare?)

    http://www.riparteilfuturo.it/wp-content/uploads/2013/01/Costieffettidellacorruzione_IMP.pdf

    A proposito: ma perché le Procure non indagano mai su come vengono assegnate le cattedre all’Università?

    Se facessero intercettazioni a tappeto stile Bunga Bunga anche in questo ambito, io penso che chiuderebbero oltre la metà degli Atenei in Italia: Lei che dice Avvocato?

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