IL PAESE SCEGLIE LA DITTATURA

 

IL PAESE SCEGLIE LA DITTATURA

Pubblicato il 08/07/2014 daadmin

 

IL PAESE SCEGLIE LA DITTATURA: ampio consenso trasversale si raccoglie intorno alla riforma del potere contenuta nel combinato NuovoSenato-Italicum. Bisogna prendere atto della realtà: l’Italia, nel suo complesso, vuole, con volontà costituente, un capo forte e unico, che controlli politicamente anche gli organismi di controllo. Dà più fiducia alla persona che alle regole. Così sia. E che tecnicamente questa riforma realizzi non solo un superamento del modello liberale di Stato di diritto, ma una dittatura vera e propria, non vi è dubbio, come spiegherò.

CONCILIARE RAPPRESENTANZA, GARANZIE E GOVERNABILITA: questi obiettivi erano perfettamente conciliabili adottando un bicameralismo differenziato, così:

a)Fiducia e legislazione ordinaria (governabilità): competono alla Camera eletta (ogni 4 anni) con sistema maggioritario e che può essere sciolta prima della scadenza come ora.

b)Leggi e riforme costituzionali, elezioni di capo dello Stato, giudici costituzionali, membri del CSM, authorities: competono al Senato eletto (ogni 6 anni) senza sbarramenti e proporzionalmente, in modo da rappresentare tutto il corpo votante, e non lasciare fuori milioni di elettori come farebbe l’Italicum”; non può essere sciolto prima della scadenza.

NON LO SI E’ FATTO PERCHE’ L’OBIETTIVO E’ UN ALTRO: la dittatura della partitocrazia, ossia la combinazione di concentrazione dei poteri nelle mani del segretario del partito di maggioranza relativa con la soppressione dei controlli sull’operato dei politici, della partitocrazia – soppressione ottenuta col fatto che il segretario del partito di maggioranza relativa  nomina o fa nominare non solo i parlamentari, ma anche gli organi di controllo e di garanzia, compreso il capo dello Stato, e condiziona direttamente il potere giudiziario. E può cambiare la Costituzione. Non è un regime garantista, perché il leader politico controlla gli organi di garanzia e controllo e non ha più checks and balances. Non è nemmeno una democrazia, perché i parlamentari sono nominati e perché si può ottenere la maggioranza assoluta, quindi pieni poteri, anche con un mero 20% dei voti, che può essere pari al 10% dell’elettorato.

VI E’ UN MALINTESO SULLA DITTATURA: La gente può dare consenso alla riforma dittatoriale in corso  pensando razionalmente che sia giusto, che sia una speranza, se un giovane premier si prende tutto il potere, perché altrimenti nessuno avrà la forza di scalzare i parassitismi, il vecchiume, i blocchi di interesse, etc. Solo che i leaders diventano tali (e vincono le primarie, quando ci sono) essenzialmente per effetto di accordi affaristici di spartizione delle risorse pubbliche e di quelle private (tasse, patrimoniale)- accordi sia interni al partito, che con forze esterne al partito (dalla Chiesa alle grandi imprese alle banche alle assicurazioni alle mafie), che con interessi esterni al Paese (banchieri franco-tedeschi, governo USA).

Quindi la dittatura in preparazione non sarà la dittatura del nuovo e del giovane, ma della partitocrazia e degli interessi discutibili e spesso antinazionali. Il renzismo è l’aggiornamento della partitocrazia, non la sua. Se non fosse così, non accorrerebbero tutti ad aiutare il vincitore, da Sel al M5S, passando per neocentrodestristi e forzisti, politicanti veterani e novellini.

Chi gestirà il premier, gestirà il Paese intero.

Ricordo che cos’è la politica italiana degli ultimi anni: la spartizione delle risorse (aziende, risparmi, capitali, redditi…) tra la partitocrazia (infatti tutti i partiti salgono sul carro di Renzi per partecipare al banchetto) e i poteri forti della finanza soprattutto straniera. La dittatura, il super-premier, servono a loro, a garantire la rendita al capitale finanziario improduttivo e devastante, a spesa dei cittadini. Credo che le manovre di autunno, indispensabili visto il continuo aumentare del debito pubblico e della disoccupazione, ce lo confermeranno tangibilmente.

08.07.14 Marco Della Luna

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13 risposte a IL PAESE SCEGLIE LA DITTATURA

  1. Federico scrive:

    Sempre parlando di case, è interessante vedere poi questo grafico tratto da il Sole 24 Ore dove si vede chiaramente come stanno andando al ribasso i prezzi; in alcune province arriviamo anche al -28 % per la vendita di nuovi appartamenti:
    http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2014/07/crisi2007-2013-casa.pdf

    Proprio il paese della “cuccagna”!

  2. Federico scrive:

    Grazie hafesa.
    Giuste le sue considerazioni.
    Infatti non si capisce come mai nel paese della cuccagna siamo ridotti così alla fame:
    “In Italia ci sono 10.048.000 di persone che vivono in condizioni di povertà relativa, pari al 16,6% della popolazione.
    Tra questi 6.020.000 sono poveri assoluti, cioè non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa (9,9%). È quanto rileva l’Istat nel report sulla Povertà in Italia. ”
    http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/07/14/ARuHYiCB-milioni_crescono_assoluti.shtml

  3. ahfesa scrive:

    @Federico

    Veda, specialmente in statistica, scienza delle finanze e ragioneria tutti sanno che una qualsiasi affermazione, bilancio, elaborazione, ancorchè scientificamente rigorossissima e fatta pure da massimo luminare, é certamente vera o falsa o addirittura fuorviante, a seconda della rispondenza o meno alla realtà delle inevitabili astrazioni che stanno alla base delle tesi enunciate.
    Un modo contorto per dir quello che Trilussa spiegava benissimo con la storiella dei due polli.
    Ora, salvo verifica, io credo che le cifre dedotte e le elaborazioni proposte nel suo tema, siano veritiere. (salvo i 300 euri di affitto in Germania. Stia sicuro con quei soldi lassù non prende neppure un canile) Quello che a mio avviso difetta é il confronto delle stesse con altre molteplici ed evidenti situazioni, qualitative, ma anche quantitative, facilmente mutuabili dalla nostra vita ordinaria.
    Un banale esempio. Tutti sanno che nei paesi scandinavi la percentuale globale nominale impositiva é più elevata, oramai non poi di tanto, rispetto alla nostra. E qualcuno ci gabella la cuccagna dicendoci che nella fredda Svezia si pagano più tasse che da noi. Verissimo. Ma per cominciare, salvo i grandi contribuenti plurimiliardari, nessuno spende un soldo di caf o commercialista. Neppure le piccole e medie aziende. La dichiarazione fiscale é semplicissima, basata sulla reciproca buonafede, (salvo sanzioni immediate e proporzionate alla frode) ed una volta presentata l`ufficio in mesi se non settimane si pronuncia. Sempre in poche settimane si risolvono, praticamente senza spese, eventuali divergenze e poi con una giusta rateizzazione senza spese o interessi si paga nel corso dell`anno successivo. E la faccenda é chiusa per sempre. Da noi faccia lei la differenza. Ma é evidente che a parità condizioni se si sommano l`imposizione nominale, ai costi di dichiarazione ed alle probabili, futurissime ed a volte assurde pretese del fisco, ed al mostruoso costo dello stesso che sempre noi paghiamo, temo che l`italico Cipputi alla fine paghi molto di più del suddito dei Bernadotte. Non parliamo poi del livello dei servizi pubblici svedesi rispetto ai nostri. E via discorrendo.
    Nel merito del suo dire é evidente (per teoria economica, mica per opinione) che lo stock di patrimonio sia un indicatore della ricchezza totale di ognuno. Ma occorre anche considerare il reddito e non già in valore assoluto, bensì in relazione col predetto patrimonio. Es. Supponga l`erede di un castello che nominalmente vale una fortuna, ma é difficilissimamente monetizzabile. Come pure il canone locativo esigibile é modesto rispetto al carico fiscale ed ai costi di manutenzione a carico del proprietario. L`erede statisticamente potrebbe presentare una dichiarazione in cui figura un ingente patrimonio ed un cospicuo reddito, ma nella realtà é alla fame e magari meritevole di assistenza.
    Come pure occorre valutare sempre in termini correlati il patrimonio con lo stock di debito di ciascuno. Difatti il valore finale é una media aritmetica ponderata tra patrimonio totale ed indebitamento privato totale. Ma esso dato andrebbe ponderato in base alla concentrazione ed allora temo le considerazioni sarebbero molto meno rosee. Difatti si scoprirebbe che chi ha ingente patrimonio, commercialmente valido, non il castello, ha anche pochi debiti in valore relativo. Invece chi ha poco e di scarso valore si trova ad avere normalmente un ingente debito privato. Debito che poi sovente sfugge alle statistiche perchè o non dichiarato (usura o similia) o verso amici e parenti che ovviamente non dicono nulla al fisco o alla banca.
    E la prova del nove la vedono tutti. Difatti nel paese della cuccagna sono i padri ed i nonni che mantengono con la loro pensione i figli maggiorenni. Ed i figli stessi non si sposano e mettono su casa (elemento basilare per il sostegno dei consumi) perchè sono precari o disoccupati. E naturalmente le banche a questa gente non fa crediti per evidenti ragioni. E non é vero che chi compra casa col mutuo é proprietario ed anche qui per evidenti motivi. Come non é vero che gli immigrati che trasferiscono in toto all`estero, esentasse a differenza di noialtri, i propri guadagni siano una ricchezza. Come neppure lo sono quelli che vivvono sisptematicamente di assistenza o delinquono. E non é vero che un paese che obbliga i giovani validi e preparati a sue spese ad emigrare sia ricco.
    Quindi a certi discorsi io pur essendo comasco di lago, rispondo da napoletano di mare : con una bella pernacchia di cui il Grande Inimitabile Eduardo era maestro.

  4. Enrico scrive:

    Al Sig Federico che chiede il parere anche dei lettori ,ovviamente capita frequente che ci sia un confronto ,questo e’ lo Spirito del Blog .Io credo che ci addentriamo troppo negli aspetti secondari che certamente Sono Importanti , ma ci fanno perdere l’attenzione sul problema fondamentale che il Dott.Della Luna ha più volte sottolineato e che tutti conoscono.Su questo dobbiamo concentrare le nostre attenzioni e condividerle con altri che hanno Capito cercando di passare dalla comprensione alla Azione una buona volta per tutte altrimenti resteremo solo dei Piagnoni.

  5. Federico scrive:

    Un’altra cosa mi ero dimenticato sulla storiella degli italiani tutti ricchi perchè “tutti” possessori di case. Se si fa una piccola ricerca su internet si scopre che sì, l’80% della popolazione vive in case di proprietà, ma solo il 19% della popolazione possiede immobili, c’è una bella differenza, perchè ciò vuol dire che le case le possiede il capo famiglia e gli altri ci abitano; sovente i figli che abitano con i genitori non possiedono le case di proprietà, se non come bene che erediteranno; infatti uno dei “big problems” attuali è che i figli non riescono più ad abbandonare il nido materno a causa dei lavori precari, sottopagati e alla disoccupazione dilagante (13,6%) e nel contempo a causa degli affitti da capogiro e alla nullità effettiva delle politiche abitative per le giovani famiglie; questi figli di genitori italiani che a 40 anni sono costretti a vivere in casa con mamma e papà 80enni tenuti in vita a suon di flebo per non perdere la loro pensione che, come figli, loro vedranno solo quando raggiungeranno la loro stessa veneranda età; questi stessi italiani che a 30-40 anni non riescono ancora a farsi una loro famiglia, sarebbereo per ciò più ricchi dei loro coetanei tedeschi che hanno un tasso di disoccupazione del 5,2%, uno stipendo nell’industria di 40.000 euro annui, e che riescono a fare una vita autonoma senza marcire con mamma e papà, pagando affitti da 300 euro mensili per la loro nuova famiglia ?
    Sinceramente quella degli italiani più ricchi del mondo perchè “tutti” possessori di case mi sembra una delle bufale più colossali che siano mai state inventate negli ultimi anni per convincerci a non ribellarci ed accettare lo status quo che ci condurrà al baratro.

  6. Federico scrive:

    Mi sono accorto che il commento precedente da me inviato conteneva un errore: naturalmente il dipendente italiano di pari livello dell’industria ha uno stipendio di 22.701 euro all’anno, non al mese!
    [fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-27/stipendi-italiani-ultimi-europei-152408.shtml?uuid=AamADbyE%5D
    Federico

  7. Federico scrive:

    Egr. Marco della Luna

    Di recente è ritornata in auge la storia che gli italiani, in fondo, sarebbero tutti ricchi, quindi in Italia le persone non si lamentano troppo perchè vivremmo tutti nella bambagia. Solo ieri è stata data una notizia sul sito del Sole24Ore di una ricerca pubblicata in documento dal titolo Credit Suisse Wealth Databook 2013, ove si afferma che, a dispetto di una crisi che ha compresso la classe media mondiale, il nostro paese se la spasserebbe bene perchè noi avremmo un patrimonio mediano privato tra i più alti al mondo, posizionandoci al terzo posto; si afferma testualmente: “Qui l’Australia è addirittura prima, con una middle class rinfrescata da nuove generazioni ed “expat” che spinge il valore mediano fino a 219.505 dollari. Il resto del podio è spartito da Francia (seconda, 141.850 dollari, poco più di 104mila euro) e l’Italia,”

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-07/ceto-medio-tramonto-usa-australia-dove-scompare-e-dove-resiste-italia-3a-mondo-221718.shtml?uuid=ABMQcbYB

    La ricerca afferma che il patrimonio degli italiani deriverebbe per lo più dalla propria casa di proprietà perchè, come sappiamo, gli italiani preferiscono comprarsi la casa in cui vivere piuttosto che affittarla. Queste ricerche affermano adirittura che il nostro paese sarebbe più ricco, giusto e benestante della Germania e fanno ritornare in auge le vecchie storie già diffuse dall’UE sulla spropositata ricchezza degli italiani rispetto ai “poveri” tedeschi.
    Però io vorrei chiederle un parere: ma è veramente corretto affermare che noi saremmo tra i più ricchi al mondo per patrimonio mediano privato?
    A me sembra una bufala bella e buona. Vorrei fare qualche considerazione e vorrei il suo parere. Gli italiani in massa è vero che hanno comprato casa, ma questo perchè le condizioni economiche sconsigliavano di prendere in affitto la casa a prezzi calmierati come avviene in altri paesi con affitti più sostenibili: se io devo prendere in affitto una casa a 700-800 euro al mese è chiaro che faccio meglio ad aprire un mutuo e comprarla a rate allo stesso prezzo; inoltre una volta che ho aperto il mutuo io non sono l’effettivo proprietario, perchè ho preso dei soldi in prestito, e devo continuare a pagare il mutuo per 20 o 30 anni, quindi io sarò prorietario della casa dopo 20-30 anni semmai; nel frattempo le banche mi avranno spremuto per bene.
    Allora, visto questa situazione, chi è effettivamente più ricco? Io quantificherei la ricchezza con liquidità disponibile : per fare un esempio, se un tedesco dipendente dell’industria guadagna in media 41.000 euro e deve pagare un affitto di 300 euro al mese per un appartamento dignitoso, costui sarebbe più povero di un dipendente italiano di pari livello dell’industria che guadagna al mese 22.701 euro e nel contempo deve pagare 800 euro di mutuo per 20 anni? [nota: i dati sui guadagni dell’industria sono presi da qui: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-27/stipendi-italiani-ultimi-europei-152408.shtml?uuid=AamADbyE%5D Per non parlare di tutti i servizi sociali gratuiti e di alto livello che la Germania dispone. Inoltre, dopo 20 o 30 anni, quando avrò finito di pagare la casa, chi mi garantisce che questa avrà lo stesso valore equivalente che aveva 20 o 30 anni prima quando avevo aperto il mutuo? Per un certo periodo la festa è andata avanti e il valore degli immobili si è gonfiato sempre più, ma potra essere così in eterno? Inoltre, se io posseggo un immobile ereditato ma sono senza lavoro e con servizi sociali pari a zero di cosa mi nutro? Di mattoni? Con che soldi mando i miei bambini a scuola? Se tutti i possessori di immobili si trovassero poi, in periodo di crisi, a vendere in massa i propri beni, a che costo li dovrebbero vendere? E quanti sarebbero disposti a comperarli?
    Inoltre, come possiamo quantificare la ricchezza di un paese basandoci unitamente sul possesso privato degli immobili? Allora sulla base di questa considerazione non avrebbe più senso occuparci di ricerca, industria, sviluppo, innovazione, educazione, istruzione, cultura, lavoro ecc. basta tirarsi su una casa e si diventa improvvisamente il paese più ricco del mondo!! E difatti sono queste le considerazioni che fanno chi ci governa: cosa volete, ci dicono, siete i terzi al mondo per ricchezza privata, perchè possedete una casa, e allora non dobbiamo darvi nè servizi sociali nè scuole pubbliche nè niente altro, pagatevi tutto da soli, ed è giusto che paghiate sempre più tasse per ripagare il debito! Mi sembra che siano considerazioni quantomento limitate. Ma vorrei conoscere il suo parere e quello degli altri commentatori di questo blog.
    Cordiali saluti
    Federico

  8. ahfesa scrive:

    Corollario.
    Stiamo attenti alla storiella di quel tedesco anni 30, onesto, rispettoso dello stato, moderatamente abbiente e geloso dei propri diritti, il quale quando vedeva le camicie brune legnare i rossi, diceva tra sé che era male ammazzar la gente per strada, ma in fondo i rossi erano dei piantagrane e dei sovversivi. E quando dopo vedeva le stesse camicie brune, aiutate anche dalla normale polizia, legnare gli ebrei ed i cattolici e mandarli in comoda vacanza, sempre tra sé diceva che era male, ma in fondo gli ebrei erano antipatici ed i cattolici baciapile e papisti. E quando poi non c`erano più camicie brune, ma solo signori vestiti di nero ed altri col cappotto di pelle che andavano di notte e prender la gente per spedirla senza apparente motivo negli stessi strani luoghi di vacanza, lattanti inclusi, sempre il benpensante signore credeva (in silenzio) che fosse molto male. Ma in fondo se arrivavano i signori vestiti di nero voleva dire che quei tali erano contro la patria, rappresentata dall`Omino coi baffi, e quindi in fondo gli stava bene.
    Ma quando alla fine i signori col cappotto di pelle nottetempo son venuti a prendere il signore benpensante e la sua famiglia ed a suon di legnate li hanno piombati nel vagone ahimè non c`era più nessuno a protestare.

  9. ahfesa scrive:

    Caro avvocato

    e sparuti pluriconcussi lettori, sono perfettamente d`accordo : ci avviamo verso una dittatura, la democrazia é da tempo finita ed il popolo bue é in larghissima maggioranza speranzosamente acquiescente. Ed il processo é evidente da tempo.
    Anche la spiegazione diretta del « nuovo indirizzo » politico é evidente. Difatti il prof Monti ha rappresentato l`esplicitazione del procedimento, già da tempo preparato in forma riservata (ma neppure troppo dati i precedenti trattati capestro, sempre più duri e limitativi) con cura, mezzi, persone e metodo. La prima fase dello stesso é consistita nell` instaurare uno stato di polizia tributaria, dove con la comodissima scusa della « lotta all`evasione » resa impellente dalle disgraziate condizioni della finanza pubblica (opportunamente manipolate con lucro accessorio) e dalla necessità coloniale di pagare i padroni creditori, sempre col miraggio di « far pagare tutti per far pagar di meno a ciascuno » si sono distrutte le ultime difese alla riservatezza della sfera privata e le ultime effettive garanzie del cittadino davanti ai pubblici poteri. Oggi chiunque può esssere a piacere inquisito (anche di nascosto) dallo stato in forza del semplice sospetto che in qualche modo evada il fisco. E naturalmente spetta all`inquisito medesimo provare la sua innocenza, a sue spese anche se trovato innocente e adempiendo a procedure complicatissime, contraddittorie e demenziali. Ciò si traduce nella concussione legalizzata di stato per il piccolo senza potere oberato da tasse, balzelli, multe e pretese vessatorie, nonchè nel controllo politico anche del potente o del ricco, che potrebbe trovarsi povero ed in galera se non si comportasse come qualcuno in alto vorrebbe. Quindi si é fatto cassa, si sono eliminati i personaggi scomodi e si sono messe in sella le persone opportune, magari anche cambiandole a piacere senza intralci incresciosi quali le elezioni (vere). Ma così facendo si é anche distrutta l`economia del paese, sia per spogliazione diretta (tassazione immobiliare, deindustrializzazione, blocco del credito e monopolio dell `offerta di moneta), che per esiziale intralcio all`esercizio di qualsiasi attività economica veramente privata e concorrenziale. Difatti monopolisti, attività di copertura protette (gioco d`azzardo, alta finanza, gestione dell`immigrazione), patrimoni ed attività dei capi in auge, sono in vario modo esentati (o per tolleranza sfuggono) dai capestri. Ma sfortunatamente esse attività non creano ricchezza, ma la consumano e la trasferiscono all`estero.
    Per questo le condizioni di vita del popolo bue sono precipitate (nonostante le chiacchiere puntualmente smentite dagli stessi numeri pubblicati dai capi) e comincia a manifastarsi la vera penuria. E naturalmente qualcuno comincia ad avere dei dubbi ed a tentare di usare i vecchi strumenti di tutela per arrestare il meccanismo predatorio. Dunque ecco la necessità di passare dallo stato di polizia tributaria a quello di polizia politica. Ma data la nostra costituzione, che si può ignorare, calpestare misconoscere, ma che esiste ed é fatta anche benino, é necessario operare un cambiamento radicale, ma strisciante ed indolore. E magari dando come nel caso della punizione tributaria, l`illusione che tutto sia fatto non per opprimere ma per liberare. È la vecchia storia di tutte le dittature, da Ottaviano a Mussolini a Franco a Stalin a Péron. Ovvero tu popolo bue oppresso da mille don Rodrigo e Ferrer rinuncia ai tuoi inutili diritti economici, civili e politici (tanto vedi che non ti servono a nulla) ed affidati a me « uomo della provvidenza » che tutto vede e tutto conosce. In cambio avrai pace, i furfanti saranno puniti con misure immediate e straordinarie e tu avrai anche la pancia piena. E magari pure senza lavorare. Purtroppo ognuno può vedere alla prova dei fatti come queste promesse, sempre eguali e sempre chiaramente fasulle, siano state mantenute. Come pure chi poi alla inevitabile resa dei conti abbia davvero pagato il fio delle follie dei dittatori.
    Ma noi abbiamo una disgrazia in più. Ovvero pure il dittatore che ci vogliono propinare é fasullo. Mica come Mussolini che « aveva sempre ragione » ma comandava in proprio, magari pure credendo in buona fede di far il nostro bene (e magari anche il suo). Nossignore il Renzi (o, io penso, qualcun d`altro più duro e sgamato in ricorsa come al palio) é un autocrate eterodiretto che prende ordini da Berlino. Quindi un esecutore a sua volta controllato e concusso come i « segretari » di quel certo partito unico (eh sì perchè avremo anche quello ovviamente, o magari se faremo i bravi due « pariti unici » ovvero che si alternano ma sono sempre eguali e d`accordo come popolari e socialisti europei, novelli ladri di Pisa) di compianta sovietica memoria.
    E dovremo anche star attenti all`esempio del simpatico e bonaccione Ceausescu, che pareva il più buono e comprensivo di tutti ed invece era (una volta scoperti dopo 30 anni di sofferenze gli altarini) il più farabutto e ladro.

  10. Franco Casagrande scrive:

    Salve, partecipai alla conferenza di treviso circa un mese o due fa se non ricordo male, volevo domandarle se c’è il video per poter riascoltare alcuni punti che ho trovato interessanti.
    E un’altra domanda, se i suoi video che si trovano su youtube antecedenti ad una certa data si rifanno al signoraggio e se ancora trova esatta la tesi e dove le critiche. Se ha un articolo scritto su questo o un video dove dice le motivazioni, se potrebbe fornirmi il link.

    Grazie

    Franco

    • admin scrive:

      A FRANCO: Non so niente di video. La mia tesi sul sgnoraggio è formulata, nella sua versione più aggiornata, in Cimiteuro.

      • Franco scrive:

        Si mi era piaciuta la sua presentazione riguardo anche all’indebitamento dove ormai tutto è intrecciato, ma non ricordo bene i particolari che mi avevano acceso la lampadina in testa e vorrei ritrovare l’argomentazione, dove potrei?

        E se tempo consiglio di pubblicar più video sul you tube che li girerei anche di qua e di là, e magari aggiornati, dato che come ho compreso, lei ha compreso altre cose, e i video di qualche mese- anno fa risulterebbero forse incompleti.
        E se magari torna in veneto a far conferenze mi scriva pure che potrei partecipare e filmare e poi pubblicare per maggior divulgazione.

        Grazie

        Franco

  11. giusavvo scrive:

    Gent.le Della Luna,
    nel suo post precedente ho trasmesso il seguente commento (non pubblicato) che, credo, si adatti anche a questo post:

    “””Tempo fa, credo in questo blog (anche se non riesco a trovare il post, se mai sia stato pubblicato), su Renzi ho così commentato:
    “Non ritengo Renzi uno stratega né uno statista, ancor meno il “nuovo”.
    Penso che il personaggio sia il nuovo bambolotto di cui i “le forze retrostanti” si avvarranno per il compimento di quell’ultimo atto finale, per esautorare il popolo delle ultime residue tracce di sovranità che ancora, almeno formalmente, conserva.
    Renzi, il rampollo di buona famiglia, è stato istruito a dovere e in un certo qual senso, nell’immaginario collettivo, gode di una certa legittimazione popolare che le passate primarie artatamente gli hanno conferito, anche grazie al poderoso appoggio della compiacente stampa (…)”.
    Dicendo anche:
    “(…) Renzi salirà al Quirinale, avrà la nomina per la formazione del nuovo Governo, che troverà l’appoggio anche di quelle poche forze ultimamente dissenzienti (ma facenti parte del vecchio: F.I., e altri) (…)”.
    E poi, ancora:
    “(…) Agli occhi del popolo, il nuovo Governo così formato godrà del gradimento popolare sul falso presupposto che Egli, comunque, in un certo qual modo è stato voluto dalla maggioranza.
    Da questa legittimazione fasulla, scaturirà un insieme di provvedimenti finalizzati a fare una nuova legge elettorale, tale da continuare a legittimare queste forze politiche, in guisa da assicurare loro un futuro, verranno fuori, infine, altre vergognose riforme istituzionali tendenti ad asservire l’Italia definitivamente all’Europa (…)”.
    Credo che finora, i fatti, non revochino in dubbio quanto diagnosticato.
    Renzi è eterodiretto, non sono i suoi discorsi che fanno leva ma come li espongono i media asserviti a quella compagine di cui egli è espressione.
    Non appena avrà terminato il suo compito, probabilmente, “lo bruceranno”.”””

    Non so perché i miei commenti non vengano pubblicati.

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