EVOLUZIONE E PARAOCCHI

EVOLUZIONE E PARAOCCHI

Sono in corso precise e profonde trasformazioni strutturali dell’ordinamento sociale, su scala mondiale, che la comunicazione politica per le masse non menziona o menziona solo velatamente, senza mai parlare di come esse hanno ristretto il ruolo della politica per il pubblico rispetto a quella a porte chiuse. Ne menziono qui alcune particolarmente chiare e rilevanti, per poi descrivere i principali fattori che ostacolano il loro pubblico riconoscimento. In compenso, recenti vicende legate alla crisi economica e alla globalizzazione hanno fatto capire all’opinione pubblica che le nazioni sono governate da una oligarchia e non dalle istituzioni ufficiali, sì che non esiste la democrazia e vi è un essenziale conflitto di classe tra governanti e governati indipendente dalla ideologia adottata dai primi.

La prima e più nota delle trasformazioni globale in corso, è sul piano ‘orizzontale’, è la globalizzazione-centralizzazione dei mercati e del potere anche politico e giudiziario, con il conseguente svuotamento-soppiantamento degli Stati nazionali e delle rappresentanze e lealtà nazionali.

La seconda è sul piano ‘verticale’, è il trasferimento  del potere effettivo da soggetti pubblici, visibili e in qualche modo responsabili (politicamente, giudiziariamente), a soggetti privati, non esposti, non responsabili (non eletti, non sindacabili giudiziariamente), che studiano e prendono dietro porte chiuse le grandi decisioni e dirigono i governi da sopra di essi – l’Unione Europea è un ottimo esempio di ciò.

La terza, è che i popoli diventano superflui e ininfluenti perché l’economia finanziarizzata non ha più bisogno, per produrre ricchezza e mantenere il potere costituito, di produrre e vendere grandi quantità di beni reali né eserciti di massa, quindi i cittadini, come lavoratori-consumatori-combattenti hanno perso utilità per il sistema, e con essa rilevanza politica; da qui il diffondersi della povertà e la perdita di diritti dei lavoratori.

La quarta, è la capacità tecnologica, che i manovratori del potere stanno sempre più acquisendo,  di monitorare e influenzare anche biologicamente i singoli e la società, e persino le condizioni metereologiche, con mezzi praticamente irresistibili.

 

Veniamo ora ai paraocchi, cioè ai principali fattori che, assieme alle armi di distrazione di massa (telerimbecillimento etc.), impediscono all’opinione pubblica di capire come funzionano e come si stanno evolvendo la società e l’ordinamento giuridico, e che così li rendono psicologicamente accettabili alla massa. Infatti la gente non sopporta di sentirsi impotente entro un sistema ingiusto, illegittimo e sopraffattore, quindi accetta ogni aiuto per costruirsi l’illusione di vivere in un sistema complessivamente legittimo, visibile e ben intenzionato.

In primo luogo, si tende tuttora a pensare che i processi decisionali e le intenzioni dei soggetti istituzionali, politici ed economici siano quelli dichiarati anziché altri, nascosti e dissimulati – anche se da Machiavelli in poi la politologia insegna che le cose stanno proprio così.

In secondo luogo, si tende a pensare che l’uomo e la collettività e il loro bene siano il fine dell’azione dello Stato, mentre al contrario i detentori del potere ‘tengono’ la collettività come un loro strumento, similmente a come l’allevatore tiene il bestiame; e gli Stati, al loro interno e nei rapporti internazionali, agiscono non secondo i principi legali ed etici con cui si legittimano, bensì cercando sopraffazione e sfruttamento.

In terzo luogo, si tende a pensare che il potere reale coincida col potere ufficialmente visibile e pubblico, istituzionale, controllabile politicamente e giudiziariamente, anziché essere detenuto da soggetti autoreferenziali. non responsabili e scarsamente visibili.

In quarto luogo, si tende a pensare che la legalità sia complessivamente osservata soprattutto dai poteri pubblici e delle istituzioni, e difesa dalla giustizia – mentre non è affatto così, anzi prevalgono le pratiche e le decisioni illegali, e il potere giudiziario strutturalmente si occupa  non di difendere la legalità ma di mascherare, legittimare, preservare i rapporti di forza, privilegio e interesse reali, indipendentemente dalla loro illegalità, mantenendo un’apparenza di legittimità agli occhi della massa. Bisognerebbe sempre tenere a mente che rispettare le regole, per chi detiene il potere, è un costo, mentre esimersi da esse è un guadagno.

In quinto luogo, si tende a credere, in conformità al catechismo neoliberale dei mass media e delle istituzioni, che il mercato libero esista, che sia efficiente, e che tenda alla crescita economica, mentre al contrario il mercato non è libero ma controllato da cartelli; non è efficiente, perché non tende ad aumentare la produzione di beni della vita né a prevenire o curare le crisi, ma a produrne in continuazione, per speculare e condizionare i governi grazie ad esse; ed, essendo un mercato dominato dalla finanza, non tende a produrre più ricchezza reale.

In sesto luogo, nelle recessione  e stagnazione economica si tende a non vedere che esse sono tali solo per la popolazione generale, mentre per l’élite dominante, cioè per i manovratori che le producono, esse comportano un grande incremento di ricchezza e potere rispetto alla società complessiva. E’ quindi assurdo aspettarsi che i manovratori pongano fine alla crisi, o consentano ai governi di farlo – è assurdo, ma naturalmente i capi politici non possono dirlo.

 

I detentori apicali del potere, i pianificatori-manovratori di lungo termine, da qualche decennio si stanno servendo delle dinamiche del capitalismo finanziario che distrugge insieme le sicurezze private e le strutture pubbliche rappresentative dei popoli, nonché della sua capacità di condizionare i comportamenti collettivi e individuali, allo scopo di preparare e attivare gli strumenti per la riduzione della popolazione, dei consumi e delle emissioni: riduzione che pare indispensabile per salvare il pianeta.

In queste ottiche, lo sviluppo economico è stato fermato e avviato alla sua inversione dal cartello mondiale privato della moneta e del credito attraverso la creazione orchestrata di una carestia monetaria nell’economia reale (a vantaggio di quella speculativa),  giustificata con false teorie economiche, e che moltiplica le ricchezze della classe globale dominante diffondendo la povertà nella popolazione generale.

Analogamente, la dinamica (animal spirits) del profitto capitalistico e monopolistico viene sfruttata per creare, attraverso la privatizzazione della produzione e del commercio delle risorse alimentari (terreni, sementi, chimica) nelle mani di un cartello globale, i presupposti per una carenza alimentare generale nel terzo mondo.

Questa condizione orchestrata di carestia alimentare globale, combinata con la carestia monetaria, in una prima fase opera una progressiva estrazione di ricchezza e reddito dalle nazioni (cittadini, imprese, settore pubblico); e, in una seconda fase, prepara la soluzione del problema eco-demografico, appoggiata da farmaci contaminati e contaminanti alimentari nonché ambientali che abbassano le difese immunitarie e la fertilità, minano il sistema nervoso, e innalzano la morbilità soprattutto degenerativa nella popolazione generale.

Il nemico della biosfera, dell’ambiente, ultimamente sono i sette miliardi di sovrappopolazione, coi loro consumi e le loro emissioni – e quella sopra sembra essere la cura che è stata pianificata.

Vorrei ricordare quanto sopra a coloro che credono ancora che si possa rilanciare la natalità e lo sviluppo economico.

29.03.19 Marco Della Luna

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1 risposta a EVOLUZIONE E PARAOCCHI

  1. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e stimati lettori,

    Commento il tema prendendo ad esempio due fatti correnti.

    Il prof. Monti giustamente pontifica come la Brexit sia il fallimento della democrazia diretta. Difatti il popolo é ignorante. Danton, che se ne intendeva, diceva che il cuore del popolo é come un tamburo : fà tanto rumore ma é vuoto dentro. Dunque meglio affidarsi ad una cerchia di autoreferenziati saggi, che giustamente si cooptano tra di loro ed in quanto preparati (mediante un`istruzione ed un apprendistato solo al loro ceto consentito) sanno quale é il bene del popolo ed hanno il diritto di imporglielo anche con le cattive essendo al di sopra della legge valida per i comuni sudditi. Come lo jus corrigendi del pater familias di romana memoria. O il motu proprio del principe se preferite.

    Curiosamente però i problemi che i Britannici hanno con la Brexit anche un cretino (e sorprendentemente persino Il Giornale non populista di Sallusti) si accorge che sono un tantino differenti. Concesso che i bretoni barbari hanno rifiutato con 18 miloni di voti le cuccagne della UE. Ma per attuare il « libero recesso » Bruxelles ha imposto un trattato capestro che non solo comporta immotivati e pesantissimi oneri economici, tipo Brenno senza Furio Camillio, ma in più il disposto é tautologico, facendo « uscire » il Regno Unito dalla UE ma di fatto mantenendolo sempre legato indissolubilmente alla Stessa mediante l`unione doganale e la sudditanza praticamente sine die alle leggi di Bruxelles ed alle sue temibili Corti di Giustizia. Quindi fuori ma sempre sudditi. Come gli Svizzeri di merda per capirci. La scusa (ridicola) é il confine irlandese Difatti per evitare che i biechi orangisti rimettano un confine in Irlanda (che per altro é esistito per circa 100 anni) T U T T O il Regno Unito non deve avere confine fisico con Bruxelles e quindi unione doganale, leggi europee e tutto il resto. Come dire che in Italia in Altoadige si parla tedesco, dunque per non ledere i diritti dei tedeschi tutti gli italiani nel territorio della repubblica devono parlare tedesco.
    Niente da stupirsi che davanti ad un tale capestro il parlamento (e credo la maggioranza del popolo britannico) abbia detto di no 3 volte. Ed avendo la May, oramai ridotta ad un burattino, l`esigenza di uscire per salvare la faccia al suo paese, le stessadeve continuare a far carte falsisisme per far approvare al emo il capstro , essere formalmente fuori e poi sperare nel futuro. Diversamente non si uscirà mai. Ma avendo comprato quelli di Bruxelles parecchi decisori (deputati, qualche ministro, molta stampa ecc.) si é anche fatto approvare (per un voto ed espresso da una strana deputata) una legge dove é impedito al Regno Unito uscire dalla UE senza un accordo. Che bello : ed allora o l`accordo capestro (che per altro non é un`uscita ma una finzione punitiva) o nessun accordo che vuol dire di fatto restare dentro e dire che 18 milioni di elettori se lo sono preso in quel posto e tutti abbiamo scherzato e non ne parliamo più.
    E ciò é esattamente quello che il prof Monti ci dice. Ovvero l`errore é stato far votare il popolo. Se i capi inglesi se ne fossero infischiati della volontà del popolo bue ed avessero tirato diritto (come diceva Mussolini e faceva scrivere sui muri delle case) impipandosi di votazioni ed altre costose scemenze, niente sarebbe successo e tutti sarebbero felici e contenti.

    Eh, ma a ben pensarci (per adesso non avremo tutti il cervello del professore, ma neppure siamo tutti ancora rincretiniti) questo vuol dire tornare a quella felice epoca in cui l`Europa (e gran parte del mondo) era retto da una ristretta cerchia apolide di principi e loro ministri, nobili e loro protetti, i quali facevano guerra e pace secondo loro imperscutabili ragionamenti (ma in guerra però loro raramente ci andavano mentre il popolo bue ci crepava spesso e volentieri) tanto che persino era concetto assodato il « cuius princeps eius religio » Cioé il suddito doveva assumere la religione del suo principe indipendentemente dalla sua coscienza. E temo di essere attualissimo nel mio dire poichè oggi a noi sudditi vengono imposte dal governo sovranazionale codici morali e leggi che a moltissimi in coscienza ripugnano eppure bisogna obbedire. Come pure a seconda di come cambia la disposizione del governo sovranazionale ecco che queste regole vengono immediatamente adeguate senza che i sudditi possano interloquire.
    Certo non si perde tempo in fastidiose elezioni e discussioni, salvo naturalmente le « elezioni bulgare » che valgono solo se il popolo bue vota giusto.
    Ma questo vuol dire tirare nel cesso certe inezie come le rivoluzioni americana e francese, fatte proprio perchè le idee del prof. Monti erano diventate insostenibili creando fame e miseria senza fine, ovvero cancellare di colpo 200 anni di storia e tornare all`Ancien Régime dove i diritti di ciascuno sono regolati dalla classe sociale di nascita. Io non sono contento e voi ? E mica per ragioni morali, ma per una questione pratica vitale: senza la libertà non esiste progresso e prosperità per l`uomo comune senza potere. E siccome i senza potere sono la maggioranza voi capite che cosa ci aspetta se non diciamo basta ai tipi come il prof. Monti & Sodali.

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