CONTE INDAGATO PER EPIDEMIA VOLONTARIA!

Conte indagato per epidemia volontaria!

A quanto pubblicato da ANSA e diversi quotidiani, Conte assieme a 6 suoi ministri è indagato per l’articolo 438 del Codice Penale, ossia epidemia volontaria (Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo. Se dal fatto deriva la morte di più persone, (si applica la pena di morte)), e non per l’articolo 452, ossia epidemia colposa, punita con fino a 5 anni. Siccome è indagato anche per l’articolo 283 del Codice Penale, ossia attentato alla costituzione mediante violenza (Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni), si comprende che l’ipotesi è che Conte e i suoi ministri abbiano volutamente omesso misure preventive e contenitive dell’epidemia allo scopo di creare una tragedia con molti morti (questa è la violenza richiesta dall’art. 283 CP per la sussistenza del reato), che consentisse loro di sospendere la costituzione e assumere illegittimamente i pieni poteri, come effettivamente hanno fatto, col pretesto dell’emergenza (vedi il mio articolo “Non denunciate Conte”).

Questa interpretazione sarebbe confermata dal fatto che anche attualmente, mentre da un lato il governo denuncia la risalita dei contagi, dall’altro fa entrare in Italia moltissimi clandestini infetti e li distribuisce sul territorio nazionale in condizioni che consentono loro di evadere e diffondere il contagio; così i contagi salgono e il Governo può mantenere i pieni poteri.

L’avvocato professor Taormina aveva denunciato Conte per pandemia colposa, non dolosa, quindi qui non si tratta della denuncia presentata da lui, bensì di un’altra denuncia, per un delitto immensamente più grave, che in passato era punito con la pena di morte!

Il pubblico ministero presso il Tribunale di Roma, nel trasmettere gli atti al Tribunale dei Ministri, non aveva la facoltà di richiedere l’archiviazione, Eppure l’ha fatto. Si tratta quindi di una palese, pesante e indebita mossa politica a sostegno del governo, per la quale dovrebbe essere sanzionato. 

Ora vedremo che cosa farà il Tribunale dei ministri. Per ristabilire la parità, dovrebbe dare ai denunciati la possibilità di conoscere gli atti e l’istanza di archiviazione, per replicare a questa. Se non lo farà e accoglierà la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero, sarà un ulteriore atto politico in favore del governo, di parte; ma questa volta compiuto da un giudice, quindi molto più forte e grave, compromettente per tutto lo Stato.

16.08.2020  Marco Della Luna

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