LA FIDUCIA E’ UNA COSA SERIA

La televisione ci avvezza sin da bambini a guardarla in uno stato di rilassamento e di non vigilanza, e a lasciarle il controllo della nostra attenzione, così ci abituiamo a sederci davanti allo schermo in condizione di ricettività acritica e tendiamo ad assorbire come vere le sue storie.

È in corso un cambiamento climatico interamente dovuto all’uomo e non a processi naturali. Le automobili elettriche inquinano meno di quelle a motore termico. I mercati sono i migliori e naturali regolatori dell’economia, prevengono e correggono le crisi, inducono efficienza, occupazione ed equità. Il virus è nato da un pipistrello e da un pangolino, non è prodotto di laboratorio. Andrà tutto bene. Nessuno sarà lasciato indietro. Chi si vaccina non si ammala, chi non si vaccina si ammala e muore. Il vaccino era già stato testato per efficacia e innocuità quando è stato comperato dalla Commissione Europea. Il Pentagono è stato centrato da un aereo che subito si è smaterializzato senza lasciare rottami. Mani Pulite combatteva la corruzione e le privatizzazioni hanno rafforzato la nostra economia. Con l’euro lavoriamo meno, guadagniamo di più, abbiamo tasse più leggere, siamo protetti dall’inflazione. L’integrazione europea affratella i popoli europei. Lo Stato si prende cura dei cittadini, della loro sicurezza, salute, lavoro, risparmi. I parlamentari rappresentano il popolo. Gli Stati Uniti rispettano la legalità internazionale ed esportano la democrazia, al contrario della Russia, che è una dittatura criminale. È costituzionalmente legittimo partecipare alle loro guerre di aggressione. Zelenski è un difensore della libertà e del pluralismo. Possiamo spingere indefinitamente l’escalation senza rischio di una guerra nucleare che ci elimini tutti. È indifferente per un bambino essere allevato da una coppia omosessuale o eterosessuale. L’Iraq era pieno di armi di distruzione di massa e aveva cooperato con Al Qaeda per l’attacco alle Torri Gemelle. Lo Stato per 30 anni non ha arrestato Matteo Messina Denaro perché ignorava dove fosse. Banca d’Italia non ha alcuna responsabilità in alcuno dei molti crack bancari degli ultimi anni. I banchi a rotelle sono serviti a combattere il contagio. Gli immigrati sono risorse che si possono integrare e non aumentano la criminalità né spesa pubblica. Eliminare il contante serve a combattere l’evasione fiscale. L’identità digitale ci rende liberi.

20.01.2023 Marco Della Luna

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Avvocato, autore, scrittore
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3 risposte a LA FIDUCIA E’ UNA COSA SERIA

  1. Tremoggia scrive:

    Va bene tutto però, mi chiedo, perché lo facciamo? Perché accettiamo tutto questo nonostante non sia difficile trovare riscontri e prove che sollevino legittimi e giustificati dubbi?
    Lo facciamo forse per pigrizia, forse per comodità, forse per ignavia, forse perché in qualche modo si vive comunque, forse perché religione e politica ci hanno inculcato colpe inesistenti per cui dobbiamo spogliarci di tutto fino a scomparire come popolo per lasciare il posto agli altri; altri che non devono faticare per costruirsi il necessario ma lo rilevano chiavi in mano.
    Forse perché le conseguenze di un’immigrazione selvaggia per il momento non ci toccano personalmente, forse perché il lavoro non ce lo hanno ancora scippato, forse perché la casa non ce l’hanno ancora occupata, forse perché la figlia non ce l’hanno ancora violentata, forse perché viviamo in un quartiere non ancora occupato dagli spacciatori, forse perché riusciamo ancora a fare delle vacanze nonostante tutto, forse perché i nostri risparmi, anche se tosati quotidianamente, sono comunque al sicuro in banca (sigh!), forse perché se mi ammalo posso contare sulle mie conoscenze, forse perché alla guerra ‘tanto io non ci vado’, forse perché io sono un parlamentare, un burocrate, un magistrato o uno statale protetto e me ne frego di tutto … e via di questo passo.

    Il declino di un popolo consiste anche nell’adagiarsi, nel tollerare, nell’adattarsi al ribasso ovvero vivere di quella sufficienza possibile che spegne ogni stimolo e ogni rigurgito, ogni ricerca di una diversità rispetto allo status vigente con ciò alimentando una sorta di auto-soppressione inconsapevole perché incapaci di individuare altre vie rispetto all’unica che ci viene cucita addosso. L’individuo odierno è incapace di concepire idee proprie e nuove ma si rifà sempre a quanto altri ( TV e media) hanno detto o fatto o a ciò che gli viene mostrato. È un individuo solo, isolato nella folla, arroccato nel suo mondo e timoroso di vederselo sfilare dall’oggi al domani.

    In questo i media, e la TV in particolare, sono gli strumenti attraverso i quali la politica (che è serva della finanza), trasforma i popoli in una comunità di consumatori al servizio del dio denaro ovvero di coloro che ne sono diventati i proprietari grazie al tradimento di quei politici che ci hanno manipolati e che continuano tutt’ora a farlo.
    Eppure noi perseveriamo nel dare credito e nel dipendere dall’imbonimento televisivo, accettiamo e introitiamo verità pre-confezionate, ci beviamo miliardi di immagini e di parole volte a spiegarci cosa e come dobbiamo pensare e perché, diamo ancora credito ad una pseudo politica ed ai suoi oracoli al soldo dell’unico vero potere, quello finanziario, che grazie alla manovalanza di questi utili-idioti (ben contraccambiati con soldi, ego e potere) sta impadronendosi del pianeta.

    L’élite finanziaria è sempre più esplicita nel mettere i paletti per convogliare quanti più individui possibili, sempre più annichiliti in uno stato di ipnosi profonda, nel solco ormai tracciato di un’esistenza pilotata.
    Ci concedono però una fiammella della speranza, quella di poter cambiare le cose con l’esercizio delle elezioni cosiddette democratiche, e in queste noi continuiamo a credere (non più tanto) e a parteciparvi, ignari del fatto che proprio la nostra partecipazione da valore ad un rito che altrimenti si scioglierebbe al sole, autorizzando cosi gli oracoli di turno e i loro predicozzi stantii.
    Occorre però distinguere la speranza dalla fiducia poiché mentre la prima non costa nulla la seconda comporta molteplici rischi per chi la offre e non certo per chi la riceve. Come diceva un vecchio proverbio “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”! Oggi più che mai.

  2. ahfesa scrive:

    Quando parla di fiducia e televisione (e radio) lei dice bene. Difatti l`idea di base é quella di condizionare lo spettatore e di inculcargli un articolato « pensiero unico » in modo da ottenere in via più o meno automatica certi comportamenti. Immaginate che persino nella pubblicità del cioccolato, dei cosmetici o di alcuni alimenti i partecipanti allo spot sono sempre di varie etnie e razze per suggerire l`irreversibile presenza della sociatà multirazziale senza precise radici storiche, nazionali e culturali. Questo avviene non solo in televisione ma ancorpiù con i social. Difatti in tivu lo spettatore non interagisce direttamente con la trasmissione (salvo alcuni casi di di partecipazione attentamente filtrata e pilotata e non di rado usata contro lo stesso incauto utente) mentre sui social é direttamente confrontato con i suoi pari, ma attraverso una struttura di comunicazione controllata che porta ad isolare e punire pubblicamente il dissenziente ed a premiare chi segue gli interessi di chi dirige i gioco. Inoltre l`utente non si accorge subito di divulgare fatti e situazioni personali ad una platea di soggetti sconosciuti che a suo tempo potrebbero far cattivo uso di quanto gratuitamente appreso. Ed al caso il senza potere non ha nessun pratico ristoro.

    Ma cotale condotta non é nuova. Soltanto oggi é attuata su scala generale, capillare e coordinata utilizzando il progresso tecnologico. Pensiamo all`influenza della religione, quando la stessa é riconosciuta in varia misura dai pubblici poteri. E magari per compiacere gli stessi ed ottenere vantaggi si adegua dinamicamente. Al cattolico romano (come al mussulmano) é fatto obbligo di participare almeno settimanalmente ad una litugia, dove accanto alla stretta pratica di culto é affiancato uno studiato sermone. E naturalmente chi ne segue praticamente i precetti é (per il momento) salvato, mentre chi disubbidisce potrebbe andare incontro a conseguenze negative non solo afferenti alla sfera religiosa. Pensiamo allo straordinario potere della confessione auricolare, dove di fatto il curato viene a sapere tutti gli accadimenti spiacevoli del suo gregge. Certo il curato buono userà quanto conosciuto a fin di bene, ma altri….

    Ora in tutte le epoche e sotto tutti i governi i potentati hanno cercato di condizionare i sudditi con vari espedienti comunicativi e costrittivi, tuttavia io penso che esista un punto discriminante al di là del quale questa pratica da un male tollerabile diventa una forma brutale di oppressione, persino se non esercitata con metodi palesemente violenti. È la differenza tra governo imperfettamente democratico e totalitarismo. Ovvero la sussistenza del limite invalicabile della personale riservatezza. Perchè ci sia libertà (e quindi prosperità) é indispensabile garantire ad ogni cittadino una sfera di riservatezza, sia in campo sociale, famigliare, domiciliare, associativo, fisico ed economico. Nessuno, nemmeno i pubblici poteri, può indagare o violare questo spazio salvo non ottenga il precentivo e motivato consenso di un`autorità indipendente, di solito quella giudiziaria (supponendo che funzioni sia pure con tutti gli umani difetti).

    Se viene meno tale salvaguardia il cittadino non é più libero qualunque siano le leggi e le tutele edittali vigenti e non vi può essere né progresso vero né prosperità poichè il senza potere teme, non avendo pratico ristoro, non solo il potente, ma anche il proprio vicino. Quindi non si sforza di lavorare, di produrre, di migliorare perchè ha paura in caso di successo di essere espropriato dal potente senza posibilità pratica di rimostranza.

    Noi purtroppo viviamo in tale regime, nonostante che appunto i nostri capi si sforzino di inverare sempre più complicate ed improbabili istituzioni (tutte nei fatti oligarchiche e rette da cooptati) allo scopo di produrre leggi e disposizioni che in teoria dovrebbero garantirci benessere e sicurezza, mentre nella realtà ci affossano sempre di più.
    Difatti la attuale guerra non dichiarata, né voluta dalla stragrande maggioranza di noi, non é certamente lo scontro tra i tiranni (al caso uno solo per adesso) ed il mondo libero, ma l`urto tra due regimi che praticano tutti e due il totalitarismo, solo con un differente tipo di violenza sui sudditi.

    Ma bisogna fare attenzione. L`Ancien Régime é durato per mille anni, più o meno immutato. Ma ad un certo punto non solo pochi illuminati, ma la grande maggioranza della gente comune ha preso coscienza dell`insussistenza e dannosità delle basi su cui si reggeva il vigente sistema e si é attivata per cambiarlo, talora anche con metodi violenti e repentini.
    Oggi tutti, nonostante il martellante indottrinamento, possono vedere il continuo e ripetuto fallimento delle mirabilanti politiche che i nostri capi ci propongono, come non si può non accorgersi che i potenti divengono sempre meno, ma più autoritari ed abbienti. Al contrario la gente comune, nonostante il conclameto « progresso » é sempre più povera, più precaria, più tribolata.
    Non solo. Già dai palesi comportamenti dei nostri massimi dirigenti mondiali traspare una vena di pretesa irreversibile onnipotenza. Situazione questa che induce in errori marchiani che potrebbero provocare un cambiamento anche prima di quanto ci si aspettasse.
    In tema io propongo sempre un esempio vissuto personalmente. Alla metà degli anni 80 io ho conosciuto bene l`Unione Sovietica. Certo mi accorgevo di grosse magagne e vedevo che la gente comune salvo l`ossequio formale, si adoperava in ogni modo per attenuare l`oppressione ed inceppare i capi. Non solo per ragioni politiche, ma soprattutto di pura sopravvivenza economica e sociale. Ma vedevo la solidità del partito unico e della sua propaganda, le varie polizie sempre apparentemente efficientissime ed invadenti, il timore di cui erano circondati i capi ed il loro esercito. Quindi pensavo che certo quel regime sarebbe crollato, ma dopo molti anni, magari decenni e forse in modo violento. Invece l`URSS ha dichiarato bancarotta nel giro di soli 4 anni e pure si é dissolta nel nulla.

  3. federico.colonna scrive:

    Bellissimo, da mettere in versi e musicare: La ballata della Verità

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