GREEN TRANSITION:
FINANZIARLA COL SIGNORAGGIO MONETARIO PUBBLICO
Questo articolo è dedicato a individuare e spiegare l’unica fonte di liquidità disponibile, che sarebbe in grado di pagare i costi della conversione delle economie a un modello sostenibile senza ricorrere a misure devastanti per la società e i per i diritti civili e politici. E al generoso sforzo ultradecennale dell’avv. Luigi A. Marra per ottenere dalla magistratura italiana un intervento giuridicamente dovuto ma sempre sinora denegato.
E’ controverso quanto delle alterazioni climatiche in atto sia naturale e quanto di origine antropica; ma è evidente che, senza profondi e rapidi mutamenti, una catastrofe per via climatica o di esaurimento delle risorse o di inquinamento è inevitabile e imminente – salvo forse ricorrere a complottistiche azioni di depopolamento rapido.
L’Occidente e l’Unione Europea in particolare stanno imponendo misure molto costose di green transition, dalla fine dei motori termici e delle caldaie di riscaldamento ai cappotti per le case. Centinaia di miliardi solo per l’Italia. Tali misure sono ancora allo stadio della speculazione politico-ideologica, perché non ha senso che ci imponiamo onerose restrizioni mentre il resto del mondo continua come prima, facendoci concorrenza; e anche perché esse materialmente non sono realizzabili, dato che, per alimentare tutte le automobili elettriche e le pompe di calore la produzione di elettricità dovrebbe essere ventuplicata in 12 anni (80 centrali termonucleari nella sola Italia). Ma presto, se non sopravverrà prima la catastrofe, e se Cina, India etc. si lasceranno coinvolgere, sarà giocoforza fare una conversione seria e molto costosa preparata da una adeguata ricerca tecnologica, che questo mondo, indebitato per un multiplo della somma dei PIL, non può sostenere. Se la catastrofe invece sopravverrà, bisognerà poi finanziare la ripartenza, e anche questo richiederà molto denaro.
Orbene, il sistema monetario moderno è compatibile solo con un’economia in continua espansione, perché si basa sulla moneta indebitante: il money supply è generato mediante prestiti (allo stato, ai privati) gravati di interessi composti, che, matematicamente, nel tempo, aumentando il capitale dovuto, ossia la base per gli interessi che via via maturano, richiedono che il sistema crei nuova moneta, sempre a debito, per pagare gli interessi e rimborsare eventualmente il capitale. La moneta emessa a debito crea dunque, macroeconomicamente, una necessità di continua crescita del fatturato come condizione per evitare il default. E’ come un areoplano che, per non precipitare, debba continuamente aumentare la velocità, Ma stiamo arrivando ai limiti dello sviluppo fisicamente sostenibile dal pianeta, quindi il meccanismo entra in crisi. E una guerra mondiale per azzerare la situazione e ripartire non è fattibile. La via di uscita ha da essere altro. Marra la individua nella nazionalizzazione del signoraggio, ora privato.
Ritorno su come viene creato il denaro: tutto il denaro, tranne quello metallico, viene creato (dalle banche centrali e da quelle ordinarie) senza una copertura aurea (o di altro genere), ossia dal nulla e a costo pressoché nullo, e prestato (agli stati e ai soggetti privati) contro interesse. Il denaro legale è costituito dalle banconote delle banche centrali. Il restante denaro è denaro contabile o scritturale, generato in piccola parte dalle banche centrali, e per il 90% circa dalle altre dalle banche, mediante semplice scritturazione contabile (ripeto: senza copertura in oro o altro valore). La Banca d’Italia, nei suoi bollettini, attesta che le banche italiane creano così ogni anno mediamente 1.000 miliardi di euro – che vanno a debito dei prestatari. La moneta contabile o scritturale non preesiste al prestarla, non viene prelevata da una riserva o altra voce di bilancio, bensì (per quanto suoni lontano dal pensiero comune) viene creata con l’atto di prestarla, digited into existence and lent into circulation.
Orbene, mentre le leggi prevedono e regolano la creazione e immissione della moneta legale (banconote), niente dicono della moneta contabile o scritturale, la quale, giuridicamente, sia che si concreti come saldo attivo di conto corrente, che come importo di un assegno circolare o altro, costituisce una promessa di pagamento/ricognizione di debito di moneta legale (banconote) da parte della banca emittente verso il titolare del conto corrente o il legittimo portatore dell’assegno. Solo che l’aggregato di tale moneta è circa il decuplo dell’aggregato della moneta legale esistente, la quale per giunta è quasi interamente detenuta dai cittadini – sicché i depositi bancari e gli assegni circolari sono scoperti al 998 per mille circa – ma non è questo il problema, almeno finché non parte un bank rush, ossia una corsa al ritiro dei depositi!
Il problema centrale è che la potestà di creazione ed emissione della moneta contabile-scritturale, che è il sangue dell’economia, non è prevista né disciplinata dalle leggi, anche se le leggi bancarie (ad es. TUB art. 10) non autorizzano le banche a creare moneta, ma solo a intermediarla – quindi, in realtà, questa potestà è negata, esclusa dalla legge (con la conseguenza giuridica che tutta l’attività di creazione monetaria in questione è illecita, quindi sono illeciti i contratti di mutuo, etc. etc.). Essa è però detenuta ed esercitata di fatto (e non di diritto), sotto le mentite spoglie di “esercizio del credito”, in regime di cartello, dai titolari di licenza bancaria, ossia dalla comunità bancaria, creando ed emettendo questa moneta contabile, che non può essere la moneta legale “Euro”, col nome abusivo di “Euro”. E’ esercitata privatamente, senza rendere conto all’interesse generale delle sperequazioni, dei danni, degli abusi, stante che le banche centrali, che dovrebbero sorvegliare sull’esercizio del credito, sono controllate dagli stessi titolari delle licenze bancarie, i quali hanno un potere condizionante sulla politica, data anche la loro capacità di dare il rating al debito pubblico.
Ma questa è solo la prima parte del problema. La seconda è che la creazione-emissione di moneta contabile viene fatta, dalle banche, mediante scritturazione diretta degli importi creati-prestati digitandoli sul conto corrente del cliente, cioè senza prima crearla su un proprio conto di cassa registrando la pari entrata di cassa, e poi da questo passarla sul conto del cliente, registrando l’uscita di cassa, a cui corrisponde l’entrata di pari credito verso il cliente nella corrispondente partita contabile. In questo modo le banche evadono il fisco, perché non segnano l’aumento patrimoniale realizzato col creare la moneta prima di prestarla. Segnano soltanto l’uscita di cassa, e l’entrata del credito (gli interessi sono un rateo, e vanno registrati a parte). Ad esempio, se la banca mi presta 100, scrive ‘100’ sul mio conto corrente, poi segna l’uscita di questa somma (‘-100’), e registra ‘100’ a proprio credito come mio debito. Quindi il risultato algebrico è 0: – 100 (uscita di cassa), + 100 (entrata di credito) = 0. Apparentemente non ha guadagnato, non ha avuto incremento patrimoniale, quindi non deve alcuna tassa (le pagherà sugli interessi percepiti). Ma il trucco è presto spiegato: la banca ha omesso di registrare l’ingresso in cassa dei 100. Se lo facesse il saldo algebrico non sarebbe 0, ma + 100. Da dove vengono quei 100? Da nessuna voce del bilancio (come hanno verificato i proff. Richard Werner e Asgeir Torfason): sono stati creati ex nihilo, a costo zero, dunque sono profitto tassabile -appunto, il signoraggio monetario privato- e sottratti alla tassazione sotto gli occhi delle autorità politiche, fiscali, bancarie, monetarie e giudiziarie. A quanto ammonta l’evasione? Applicando l’aliquota del 47% ai 1.000 miliardi così creati annualmente in Italia, ammonta a 470 miliardi, ossia 4.700 miliardi recuperando gli ultimi 10 anni. Dove sono finiti? Ebbene, esistono circuiti di trasferimento monetario segreto, come Clearstream, che, dietro piccolo compenso, consentono di sifonare qualsiasi importo fino alle Cayman Islands, che sono un perfetto paradiso fiscale, da cui si useranno per lanciare operazioni finanziarie di tutti i tipi. Ed esiste la Banca dei Regolamenti Internazionali, ente sovrano a controllo privato, con diritto di segretezza totale e di eseguire segretamente ogni transazione con ogni soggetto.
Le banche centrali, a differenza delle altre, creano ed emettono moneta legale in base alle leggi che gli ne danno la potestà, quindi realizzano un signoraggio monetario legittimo; ma da un lato anch’esse omettono di registrare l’entrata in cassa della moneta creata (sottraendo il relativo profitto alla dovuta tassazione e parziale restituzione allo stato) e ingannevolmente registrano come passività il circolante (creando così un’irreale posta passiva nello stato patrimoniale), dall’altro lato sono superflue e parassitarie, perché lo stato potrebbe creare ed emettere in proprio la moneta, anziché prenderla a prestito da soggetti che la creano dal nulla a costo zero e senza darle copertura in oro. Infatti prenderla a prestito comporta scambiarla con titoli del debito pubblico gravati di interesse passivo ed esposti agli attacchi della grande finanza nonché al rating. Se lo stato creasse in proprio la moneta che gli serve, non si avrebbe debito pubblico, ma si avrebbero molte, ovvie conseguenze positive – e in effetti, per evitare che a tali conseguenze positive si accompagnino conseguenze negative, soprattutto la svalutazione monetaria, tale creazione dovrebbe essere ben regolata e gestita in modo che sia diretta all’aumento della produzione di beni e servizi e alla riduzione dei costi, in modo che la maggior quantità di moneta sia bilanciata da una maggior quantità di beni e servizi.
Sommando il gettito dalla tassazione del signoraggio delle banche non centrali col risparmio che lo stato realizzerebbe creandosi in proprio la moneta, avremmo un beneficio di circa 600 miliardi l’anno.
Si tratta somme bastanti a risanare il bilancio pubblico, a risanare le banche apparentemente insolventi, e soprattutto – come da molti anni ormai insiste l’amico avv. Marra – a finanziare il cambiamento di modello di sviluppo richiesto per risolvere il problema dei limiti ecologici e del cambiamento climatico. Ma si tratta anche di somme, anzi, di un potere, di dimensioni tali, da dominare le istituzioni di quasi ogni stato, e sicuramente dello stato italiano. Marra ed io ci siamo ingegnati, come saggisti e come avvocati, per indurre le istituzioni tributarie, monetarie e giudiziarie ad aprire gli occhi sulla prassi del signoraggio privato, che è ad un tempo molteplicemente illecita, evasiva del fisco, e distruttiva per la società. Invano! Dalle istituzioni tributarie, silenzio totale. Dalla Banca d’Italia, un comunicato indiretto, elusivo e infarcito di contraddizioni e grossolani errori tecnici. E dai tribunali? Quando non hanno semplicemente ignorato il problema, o quando non hanno detto che si tratterebbe di materia non giuridica ma politica o scientifica o filosofica, si sono prodotti in una ricca gamma di risposte elusive, di fraintendimenti e scantonamenti, di aliud pro alio. Abbiamo addirittura fatto convegni su questi slalom concettuali, con tanto di crediti formativi e la partecipazione di qualche magistrato. La conclusione sembrava essere incrollabile: nessun giudice può accettare di porre in discussione la prassi (per quanto illecita e nociva) su cui si regge il potere economico-politico. Nel mondo reale, la primaria funzione di ogni magistratura, in ogni stato, non è tutelare la legge, bensì legittimare il sistema di potere costituito e i suoi interessi, dato anche che riceve da quel sistema prestigio e privilegi. E in un mondo sovraindebitato, chi ha il potere di creare denaro dal nulla si compera tutto e tutti, dalla politica ai mass media.
Tuttavia ultimamente Marra, nella causa 35283/2019 da lui in proprio intentata avanti al tribunale civile di Roma contro Governo italiano, BCE e Banca d’Italia per far accertare l’esistenza del signoraggio monetario delle banche centrali (non di quello delle altre banche) e dichiarare la sua illiceità (con condanna al risarcimento dei danni, e dichiarazione di illegittimità di tutte le tasse, siccome derivanti appunto dal signoraggio che lo stato illegittimamente lascia esercitare alla banca centrale), ha ottenuto la sentenza 284/2023, depositata il 09.01.2023, nella quale, oltre all’ammissione che il signoraggio monetario esiste, ed è il reddito derivante dal creare ed emettere moneta, si legge, al riguardo di esso e dei suoi effetti deleteri (indebitamento pubblico e privato, eccessiva pressione fiscale) «Trattasi di un problema che … appare astrattamente sussistente e dai grandi risvolti sociali.» Il Tribunale ha dunque riconosciuto che il reddito da signoraggio esiste e che è “astrattamente” (?) di grande impatto sulla società. Ha però rilevato che il signoraggio monetario, essendo stato stabilito dal legislatore nella sua discrezionalità politica, non è sindacabile dal giudice. In realtà, il signoraggio non è affatto stato stabilito dal legislatore (che manco ne parla), e sarebbe in ogni caso sindacabile dal giudice per gli aspetti di incostituzionalità delle norme di legge che lo costituiscono: lesione degli artt. 3 – 41 (irragionevolezza, contrarietà all’eguagliamento sostanziale), dell’art. 1 (primato del lavoro sulla rendita finanziaria), dell’art. 36 (diritti del lavoratore), e altri. Spero che Marra sollevi queste eccezioni nel procedimento di appello che ha già avviato, aggiungendo alla contestazione del signoraggio delle banche centrali (o “primario”) quello delle banche non centrali (che chiama “secondario”). Inoltre, Marra fa notare che il legislatore ha sì costituito i sistemi bancari, ma non ha mai nemmeno definito, e ancor meno ha istituito o legalizzato, il signoraggio monetario, come invece argomenta il Tribunale di Roma, con un’evidente confusione, che Marra, nel suo atto di appello, ha indicato come «Argomento fantasioso che trae dalla nota sent. n. 16751/2006 delle SU: sentenza alla quale risale l’invenzione che il signoraggio sia previsto da non si sa poi quale accordo internazionale.»
Una rondine non fa primavera. Ancor meno una mezza rondine. E soprattutto, essendo la struttura del signoraggio monetario una struttura globale, non è possibile cambiarla in un solo paese, ancor meno in un paese satellite come l’Italia. Piuttosto direi che il signoraggio monetario, come strumento di dominio globale, sia in via di affiancamento col signoraggio biologico, iniziato con le sementi ogm terminator, con le quali multinazionali come Monsanto mettono gli agricoltori in condizione di dipendenza rigida da esse per la fornitura sia dei semi che della chimica, senza di cui non possono produrre. Iniziato così anni or sono, oggi continua con farmaci modificanti il DNA e l’RNA dell’uomo, e con cose come la carne sintetica. Credo che stiamo passando da un sistema finanziario basato sulla moneta indebitante e che si regge sull’espansione consumistica di beni e servizi ad alto impatto ambientale (come l’automobile), quindi insostenibile, a uno sempre basato sulla moneta indebitante e sull’espansione consumistica, ma di beni e servizi medico-farmaceutici, a basso impatto ambientale, quindi eco-sostenibile. La popolazione, sempre più immuno-depressa e malata (o che si percepisce malata), spenderà il reddito disponibile per curarsi (con farmaci più o meno efficaci e tossici). Questo sistema agevolerà anche la soluzione del problema ecologico per via demografica, incidendo sulla fertilità e sulla durata media della vita, che già si sono ridotte.
Vedremo intanto come avanzerà l’appello. Mi aspetto che Marra completi il suo spiegamento di contestazioni, intentando presto una nuova causa, in cui faccia valere, sin dal primo grado, assieme alla questione del signoraggio delle banche centrali con tutte le eccezioni di incostituzionalità, anche quella del signoraggio delle banche ordinarie, che è molto più grosso e sfacciato, non avendo nemmeno una copertura legislativa indiretta, e consistendo in un coacervo di evidenti trasgressioni delle leggi bancarie, di violazioni di regole contabili, di evasione fiscale.
Quasi dimenticavo: esiste anche, ed è importantissimo per gli equilibri geopolitici, il signoraggio monetario internazionale, attuato dagli USA dal ’44 in poi, e soprattutto dal 1971, ossia da quando Nixon liberò il Dollaro dalla convertibilità aurea, così da permettere a Washington di comperare da tutto il mondo a costo zero, semplicemente stampando carta (o digitando numeri) e imponendo la sua accettazione e il suo uso come moneta obbligatoria di riserva e per i pagamenti internazionali, soprattutto delle materie prime. Imposizione attuata mandando ora la CIA, ora le forze armate, in giro per il mondo a eliminare i governi (Indonesia, Cile, Iraq, Libia…) che, tentando di usare altre valute, minacciavano questo dominio del Dollaro, dal quale dipende anche la capacità degli USA di operare globalmente come estrattore (predatore) ‘imperiale’ di ricchezze prodotte da altri e di mantenere il loro enorme apparato militare e alti livelli di consumismo interno anche dopo il trasferimento all’estero di gran parte della loro capacità produttiva.
Da tempo si parla di crisi di questo signoraggio internazionale del Dollaro, di un processo in corso di de-dollarizzazione globale – processo che è il fulcro della proxy war in Ucraina – ma questa è un’altra storia.
22.02.2023 Avv. Marco Della Luna
Nota: a chi desidera approfondire i temi monetari sopra accennati, consiglio i miei saggi Euroschiavi (6° edizione), Cimiteuro, Traditori al governo, Sbankitalia, La moneta copernicana (scritto con Nino Galloni).
Il discorso é giusto, ma servirebbero alcune precisazioni.
Un passo indietro: in natura qualunque crisi si manifesta irrevocabilmente quando vi é un eccesso o una mancanza grave. (se mangio smodatamente o insufficientemente la mia salute fisica e mentale si compromette e necessito di cure) Quindi concettualmente la crisi del `29 e quella del 2007 sono dovute agli stessi eccessi, ovvero la fallace illusione che “il mercato” inverato principalmente da operatori privati in maggioranza asserviti alla logica del profitto e pure sempre crescente, potesse essere il solo regolatore ottimale ed il portatore di benessere illimitato. Come pure il credere che il possesso di soli strumenti finanziari, giustificati e garantiti unicamente da altri strumenti finanziari, potesse costituire una vera ricchezza. Ed infine il credere che qualunque cosa si producesse potesse trovare in via naturale un compratore a prezzi remunerativi, appunto in forza del c.d. mercato. Quindi dagli inizi degli anni `30 I decisori politici di allora, compreso l`abisso in cui erano precipitati, anche per salvare I loro propri privilegi, hanno dovuto farsi carico di due postulati: a) la ricchezza risiede nel possesso e/o nella disponibilità di tutti I fattori della produzione quindi natura (risorse) capitale (finanza) e lavoro (gente idonea a produrre volontariamente) e non dei soli “soldi” o equivalenti. b) il sistema finanziario é indispensabile come il sangue nel corpo umano e ne influenza la salute, ma é asservito al solo principale scopo di essere funzionale al corretto svolgimento del processo produttivo. La finanza fine a sé stessa é come un corpo umano clinicamente morto e tenuto biologiocamente in vita da macchine, benché gli organi vitali naturali abbiano smesso di funzionare.
Elemento propedeutico a quanto sopra (necessario ma non sufficiente) é una legge bancaria tipo Glass-Steagall, da noi inverata dalla legge Beneduce del 1933. Concetto fondamentale era la netta separazione del sistema bancario/finanziario da quello assicurativo e da quello industriale. I punti cardine erano:
– l`esatta individuazione e requisiti di chi poteva esercitare l`attività creditizia, ponendo fuori legge I soggetti diversi.
– il divieto posto ai soggetti riconisciuti di avere interessenze di qualsiasi tipo in attività industriali
– specializzazione del credito per durata (separazione delle banche commerciali – credito a breve, da quelle esercenti il credito a medio e lungo termine. Divieto della c.d. “banca di affari” cioé quella che investe non in prestiti ma in pacchetti azionari di attività industriali raccogliendo I mezzi tra I comuni risparmiatori sotto forma di normali depositi bancari ordinari, sovente anche a vista.
– conseguente specializzazione e correlazione della raccolta (la banca commerciale raccoglieva solo depositi a breve)
– imposizione di riserve obbligatorie a scopo di garanzia e di controllo del credito
– vigilanza su amministratori, soggetti affidati (sia quando l`importo era elevato in relazione alla raccolta, sia in caso di partecipazione dell`affidato all`azionariato della banca), su forma tecnica delle operazioni.
Il regolatore (banca centrale) era controllata dai pubblici poteri, con però la limitazione della carica di fatto a vita del governatore e praticamente inamovibile dal governo pro tempore ed anche aveva il monopolio dell`emissione della moneta a corso legale. Funzione fondamentale della banca centrale era controllare l`offerta di moneta in modo tale che la stessa fosse conforme alle necessità pro tempore del sistema produttivo. La banca centrale quindi gestiva SOLO la politica monetaria e creditizia, NON la politica economica nel suo complesso. La banca centrale non solo controllava il costo del denaro (e conseguentemente la sua remunerazione), ma poteva intervenire con operazioni sul mercato aperto, la gestione delle riserve obbligatorie, le direttive informali ai dirigenti delle banche a seconda dei casi. Espressamente autorizzava ogni aggregazione e modifica di entità creditizie.
Ora é bene dire che anche in questo contesto le banche commerciali esercenti il credito a breve (entro l`anno) potevano emettere moneta scritturale senza implicazioni fiscali. Ovvero potevano concedere al cliente un`apertura di credito, consentendogli di andare in dare sul suo conto senza che lo stesso avesse versato numerario prima o I fondi fossero materialmente prelevati dalla cassa della banca.
Invece le altre banche (esercenti il credito a medio/lungo termine e le banche d`affari) non potevano assolutamente accedere a questo beneficio, dovendo obbligatoriamente reperire dagli investitori del loro tipo il numerario. (in soldoni non potevano concedere un mutuo fondiario semplicemente emettendo un assegno circolare a favore del mutuante, ma dovevano al caso PRIMA reperire i mezzi necessari emettendo dei titoli ad hoc detti “cartelle fondiarie” la cui emissione era strettamente regolata ed il loro valore nominale doveva essere pari all`importo del mutuo concesso e naturalmente I titoli stessi dovevano PRIMA essere classati presso gli investitori.
Quindi come si vede era possibile alle aziende di credito ordinarie creare base monetaria (e quindi di fatto ampliare l`offerta di moneta senza L`intervento diretto della banca centrale) MA tale concessione non era né illimitata, né gratuita, né incondizionata, né priva di contropartita. Senza scendere in dettagli, per esempio doveva esistere una strettissima relazione tra la massa amministrata dei depositi e gli impieghi. Una percentuale cospicua dei depositi doveva essere costituita a riserva obbligatoria e materialemnte depositata presso la banca centrale ad un tasso prefissato. L`incremento dei depositi dovuti al moltiplicatore della massa monetaria doveva anche qui in cospicua percentuale essere depositato presso la banca centrale. Esisteva anche un isituto molto odiato detto “vincolo di portafoglio” in basa al quale una certa percentuale dei depositi doveva obbligatoriamente essere investita in appositi titoli di stato.
Con questo meccanismo non solo l`offerta di moneta era strettamente controllata dall`istituto di emissione, ma anche era garantita l`assoluta solvibilità delle banche, tanto che era clausola normale e scontata il promettere al depositante in ogni caso la restitutzione del suo deposito, anche se vincolato e richiesto prima della scadenza. Al massimo si applicava una penale sulla remunerazione.
L`unico elemento perturbatore ed il c.d. “finanziamento monetario del Tesoro” che oggi chiamano “scostamento di bilancio”. Ovvero se lo stato (che controllava la banca centrale) decideva di spendere in deficit emetteva titoli che poi venivano sottoscritti dalla banca centrale stessa dietro creazione di numerario dal nulla. Ora questa pratica che direttamente aumenta la liquidità del sistema ed il debito pubblico allora non era considerata così deleteria come oggi. Difatti si sosteneva che aumentando l`offerta di moneta a parità di produzione di beni reali, a parte I benefici effetti sul sistema se I soldi erano ben spesi, sul momento si creava inflazione deprezzando la moneta, ma anche il valore complessivo del debito pubblico in termini reali, avvantaggiando così lo stato che prendeva a prestito moneta buona per rendere poi quella svalutata. Dunque per mantenere in equilibrio il sistema bastava solo che il tasso di crescita IN TERMINI REALI dello stesso fosse eguale o superiore all`incremento del debito pubblico connesso. Quindi si poteva far debito, ma col limite della crescita possibile.
Ma questo meccanismo pretendeva “la crescita in termini reali” e quindi la creazione continua di un surplus di beni e servizi, con conseguente adeguamento della massa monetaria. Però se qualcuno comincia a sostenere che invece della crescita si deve al contrario decrescere per non esaurire le risorse del pianeta e non inquinarlo e cambiare il clima é chiaro che tutto il sistema cade ed il debito pubblico da benefico polmone diventa un macigno ingestibile e soffocante poichè inevitabilmente aumenta in sia in termini nominali che reali, contraendosi la produzione di beni e servizi. Tanto che diventa una tautologia poichè tutti devono renderlo, ma a nessuno già in partenza é più possibile.
Ciò premesso mi spiace disingannare l`avvocato nelle sue giuste proposte e ciò per la semplice ragione che le elementari considerazioni che ho esposto sono note anche ai nostri capi. Infatti io sono convinto del seguente:
– la crisi climatica ha origini in gran parte naturali e solo parzialmente umane
– la necessaria soluzione deve essere di natura globale, essendo impossibile e deleterio imporre a noi “occidentali” assurde limitazioni quando I paesi più popolosi e potenzialmente più potenti del mondo come India e Cina non solo si disinteressano del problema, ma pure usando procedimenti produttivi inquinanti ma molto meno costosi ci fanno concorrenza con successo.
– Io credo che solo il vero progresso, libero da preconcetti e artificiali limitazioni, possa trovare I mezzi e le soluzioni a questi problemi. Difatti senza l`artificiale intervento di illuminati e solo col trascorrere del tempo e della ricerca siamo passati dalla forza motrice animale a quella del vapore, poi al motore a scoppio e poi all`energia atomica. Ovvero certe risorse possono anche esaurirsi ma possono anche essere sostituite da nuovi ritrovati.
– Le restrizioni, il clima di terrore e le norme demenziali che ci vengono imposte non sono certo funzionali alla soluzione del problema, ma solo ad immiserire e punire sempre di più I sudditi al fine di ampliare e salvaguardare le élites cooptate che di fatto ci governano. Ovvero arrivare al nirvana di un mondo diretto da pochi eletti che si autoreferenziano e perpetuano il loro potere sfruttando una massa indistinta e controllata zootecnicamente di iloti, privi non solo di sostanziali diritti, ma anche inquadrati in un univoco pensiero unico.
– Anche I flussi migratori, gestiti e provocati intenzionalmente, sono funzionali al disegno cratesiologico, poichè hanno lo scopo di punire le popolazioni residenti nei apesi sudditi, gravandole di pericoli e di costi, come pure di procurare ai paesi dominanti manodopera servile facilmente sostituibile. Grave illusione questa, poichè le masse di diseredati oggi attratti da effimere blandizie (a spese dei sudditi più deboli), per la sola forza del loro numero sempre più crescente risapetto a quello dei padroni, vorranno poi dire la loro, con conseguenze temo per noi catastrofiche.
Quindi ho paura che I nostri capi lungi dal seguire le giuste idee dell`avvocato, persevereranno in comportamenti diametralmente opposti e sempre più punitivi.
Ma come dico spesso molti illuminati e molte consorterie si sono illuse di conquistare il mondo e poi di governarlo in modo autocratico per sempre, però nessuna ci é riuscita essendo per fortuna l`umano sistema molto più complesso ed imprevedibile rispetto ai mezzi di singoli potentati.
Spero mi voglia rispondere perchè c’è una cosa che proprio non capisco.
Restando sulle banche centrali e alla sola moneta legale: se creano 100 a prestitito al momento della restituzione del debito DEVONO distruggere 100 (non è il cosidetto tapering?), e i diritti di signoraggio sono riferiti ai soli interessi ottenuti durante l’arco temporale che va dall’emissione all’estinzione: interessi comunque tassati e, quel che rimane, restituito allo (agli) stati (almeno così è scritto, mi pare, sul sito della banca d’italia).
In Euroschiavi invece mi pare si “sospetti” che la distruzione non avvenga…
E’ corretto o non ho capito nulla? (solo una volta chiarito questo punto forse riesco a passare a considerare il problema con le banche commerciali).
Grazie se vorrà rispondermi.
Salve,
programmatori di software bancario dicono che non è prevista la possibilità di cancellare la creazione monetaria dopo il rimborso del capitale pretato.
Cordiali saluti
MDL